In apertura un ringraziamento a www.truenumbers.it per i dati riportati nell’articolo. Inizieremo come hanno iniziato loro: dopo l’incendio alla Bovisasca è ora di chiedersi se le politiche contro l’inquinamento dei compagni, prima arancioni poi salottieri, hanno sortito qualche effetto. E la risposta è no. Sapete perché? Perché sono irrazionali e non tengono conto dei dati. A questo proposito riflette Andrea Gabba, consigliere Comunale di Inzago:
“La retorica di Sala e del suo falso ambientalismo si può smentire grazie a questi due grafici di TrueNumbers che comparano le fonti di inquinamento tra Bruxelles e Milano, si può notare come la vera differenza tra la città di Milano e Bruxelles siano proprio gli appartamenti e non il trasporto né tanto meno l’industria. Dichiarare guerra alle auto, aumentare le tariffe del trasporto pubblico e ridurre le corse degli autobus, oltre ad essere soluzioni pauperiste, si sono dimostrate (e si dimostreranno) poco efficaci. I dati suggeriscono di investire sulla riqualificazione energetica degli edifici, vale a dire sostituzione delle caldaie ed isolamento termico e il Comune non può di certo dare l’esempio, considerando la scarsa attenzione verso le case comunali situate nelle periferie”.
Questo è particolarmente vero per il patrimonio comunale, soprattutto per le case popolari. Ogni inverno centinaia di caldaie funzionano male. Sempre peggio, in realtà. Più volte interi condomini sono rimasti al freddo a Natale (esemplare i casi di via Rizzoli, in cui i due caseggiati si alternano nel restare al freddo). Questo perché gli impianti sono, ormai, a fine vita. Ed il Comune non ha alcun piano per uscirne. Essere a fine vita ha una serie di risvolti negativi, il primo dei quali è proprio l’inquinamento. Il secondo è la sicurezza. Le caldaie non ben tenute sono pericolose. Le due cose sommate dovrebbero portare a rivedere l’intera strategia ambientale. Al momento l’obiettivo è aprire sempre più appartamenti. Questo sta aggravando il problema. Anche perché fa sì che sempre più persone dipendano dagli impianti di cui sopra.
L’obiettivo dovrebbe essere rifare tutti gli impianti di Milano. Anche coinvolgendo dei partner privati. Se riuscissimo ad efficentare le case anche solo la metà di Bruxelles potremmo eliminare l’Area B e ripensare drasticamente a quella C. ma non esiste alcuna volontà politica in tema. Dopotutto, le caldaie non si vedono, sono dei pessimi argomenti di campagna elettorale e l’inquinamento va bene solo come scusa per ridurre la mobilità dei meno abbienti. Ricordiamocene la prossima volta che qualcuno ci spiega come l’intera città sarebbe migliore con un’aria più pulita. E chiediamone conto agli ambientalisti, una volta tanto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Concordo pienamente
peccato che a riscaldament spenti l’aria di milano fosse cmq irrespirabile…