Caro Majorino, suggerisco una passeggiatina nei ghetti con gli amici africani che ha ricevuto in Comune

Milano

Chissà se tra i migranti africani fotografati con Majorino e Sala in un post di Facebook ci sono anche spacciatori, abusivi, stupratori e la migliore umanità che è padrona di tante zone di Milano. E sembra davvero strano che, dopo i fatti di San Lorenzo, la morte di Desirée, le grida ingiustificate dei centri sociali, la priorità di Majorino e Sala sia aprire Palazzo Marino a migranti africani con tutti gli onori che meritano. Non so se è stato offerto anche un buffet, nel ricordo della memorabile tavolata multietnica, ma non ricordo che siano stati dedicati momenti ai bisognosi della città con la pelle bianca. La povertà non dovrebbe avere colore e neppure l’integrazione nel tessuto sociale che richiede un progetto e un piano operativo. Perché, dopo le critiche di Sala al mancato inserimento degli africani, di questo si è parlato. Con l’ossesione che sembra ormai possedere questa giunta se si parla di migranti, buoni o cattivi che siano, rifugiati politici o clandestini. Nessun muro, dicono. Ma di fronte ai buchi neri gestiti  con la forza, davanti ai borseggiatori, al possesso dei parchi, alla paura della gente, pensano che sono “amici” che sbagliano, che non hanno alternative? Ma per amministratori abituati a fare annunci, parlare per sentito dire di periferie, buoni, anzi buonissimi con chi viene da lontano perché è tanto chic, non conta il degrado se non si vede. E in una trasmissione televisiva si può pontificare sulle intenzioni nobili e le porte aperte sempre e comunque. E la ragione s’addormenta nel torpore dell’idea perfetta in un modo perfetto.

Suggerisco una piccola cosa: una passeggiatina con gli amici africani al boschetto di Rogoredo, a San Siro, al Lambro, al Giambellino, a Corvetto. Così, tanto per conoscere meglio la città.

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