La Guardia di Finanza di Varese ha arrestato un manager di società che commerciano all’ingrosso prodotti petroliferi, una delle quali con sede a Milano. Insieme ad altre quattro persone, indagate a piede libero, unitamente a un’altra società di Genova, è accusato di aver architettato un giro di false fatturazioni allo scopo di non pagare l’Iva su 350 milioni di litri di benzina, oltre dell’ occultamento di documentazione contabile e autoriciclaggio.
Le investigazioni hanno portato a scoprire che il carburante, proveniente dalla Libia, era stato fatto giungere in Italia con navi cisterna di un armatore maltese (nell’ottobre 2017, già tratto in arresto dalla D.D.A. di Catania) e in seguito distribuito, con false fatturazioni, tra le varie società cartiere complici nel circuito fraudolento, a favore di depositi commerciali e\o distributori stradali (rientranti nel circuito delle c.d. “pompe bianche”) sparsi sul territorio nazionale. Risultando annullata l’Imposta sul Valore Aggiunto lungo tutta la filiera, era possibile vendere sul mercato italiano un prodotto a prezzi decisamente inferiori agli altri, creando un effetto di concorrenza sleale.
Solo tra il 2016 e il 2017, la Finanza ha accertato l’introduzione di oltre 350 milioni di litri di carburante nel territorio italiano, con 30 viaggi di navi cisterna. Il carburante veniva poi rivenduto sottocosto, con un danno erariale, solo per l’ I.V.A. evasa, pari ad oltre 55 milioni di euro, su un volume di fatture false per 308 milioni di euro.
Tra i beni sequestrati finora figurano circa 29 milioni di litri di carburante (benzina e gasolio, del valore di oltre 44 milioni di euro), 1 imbarcazione da diporto (lunghezza 14 metri), 11 immobili (siti a Genova, Trieste ed Abbiategrasso), 1 autovettura, 1 motociclo, oltre a disponibilità finanziarie su conti correnti per oltre 1,3 milioni di euro.
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