Il Presidente Mattioli “Basta demonizzare le aziende. Serve un confronto serio sul tema delle internalizzazioni”
«Registriamo con forte preoccupazione le azioni parlamentari finalizzate ad internalizzare il personale ATA impegnato nei servizi di pulizia e di sicurezza presso le scuole italiane. Dopo la risoluzione approvata dalle commissioni VII e XI in sede congiunta, si apprende della votazione in Parlamento di un ulteriore atto che sembrerebbe individuare, per tale operazione, l’utilizzo dei fondi destinati alla prosecuzione dell’appalto ‘Scuole Belle’. Ci preoccupa, oltre al metodo, anche il modo in cui questo processo che interessa 12 mila lavoratori (con la più grande concentrazione in Campania, Lazio, Puglia e Sicilia), sta andando avanti».
Lo dichiara, in una nota, Lorenzo Mattioli Presidente di ANIP-Confindustria, l’Associazione di categoria che riunisce le più importanti imprese italiane nel comparto del cleaning e dei servizi integrati.
«Innanzitutto, sta passando un messaggio preoccupante, ovvero la demonizzazione delle aziende in merito alla qualità dei servizi erogati e costi sostenuti per gli addetti. Come Associazione vogliamo discutere sulla base di elementi e numeri concreti. Vogliamo che studenti, genitori e addetti possano avere scuole funzionanti e servizi efficienti. Vogliamo un serio confronto perché non si possono sbandierare migliaia di assunzioni, senza prima riflettere anche sul tema dei requisiti morali e professionali dei lavoratori coinvolti.
ANIP – prosegue Mattioli – esprime grandi dubbi sulla concreta attuabilità del percorso ed anche sul mero costo dell’operazione, che dai nostri calcoli causerebbe addirittura un aggravio di 450 milioni di euro l’anno per le casse pubbliche. Ci sfugge, dunque, il senso della convenienza mentre comprendiamo l’intento meramente ‘pubblicitario’ e demagogico da parte di quanti stanno caldeggiando l’internalizzazione. Inoltre appare insufficiente il numero di 12mila assunzioni a fronte dei 32mila istituti scolastici italiani, considerando che esistono situazioni a carattere locale in cui il ricorso agli ATA potrebbe essere sovradimensionato ed in altre insufficiente. Intendiamo, per tutti i motivi sopra elencati, avviare tutte le azioni possibili affinchè il Governo e il Parlamento possano rivedere una misura decisamente approssimativa su un tema che interessa i servizi erogati alle famiglie e, soprattutto, ai bambini».
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