I Cinquestelle e il paradosso Di Maio: odia chi può salvarlo

Attualità

Rapporti tesissimi tra il governo italiano e la Ue, fibrillazioni sui mercati e grande inquietudine del ceto medio che assiste col fiato sospeso alle intemperanze verbali e legislative dell’alleanza gialloverde, sentendo i propri risparmi sempre più a rischio. Un interrogativo comincia ad insinuarsi tra le preoccupazioni di molti ed è quello che pone l’avvocato Cristina Rossello, eletta alla Camera per F.I. nel suo articolo per Libero:

“C’è veramente il rischio di avvicinamento di una patrimoniale  dopo questa settimana?

Porro a Quarta Repubblica fiuta una frase di Moody’s a commento del rating Paese: «Le famiglie italiane hanno alti livelli di ricchezza, una protezione importante contro shock futuri e anche una rilevante fonte potenziale di finanziamento per il governo». Il rating è un voto che si dà a un soggetto per esprimerne la capacità di ripagare il suo debito e avverte del suo livello di rischiosità. Per Moody’s a garantire il Governo italiano e le sue “manate” è rimasto ormai soltanto il già vessato ceto medio italiano giudicato, per ora, ancora capace di rimborso del debito esistente. Pare inimmaginabile che il Governo possa effettivamente arrivare ad aggredire ancora l’ultima parte del risparmio e dei beni restati a costituire la spina dorsale del Paese.

E confidiamo non lo faccia (con noi ben più della metà del Paese) ma abbiamo anche imparato in fretta che questo è l’Esecutivo pronto (all’unanimità dei firmatari che ne rappresentano i due colori) a violare il patto d’onore contro i propri pensionati ex militari e le proprie pensionate. Serpeggia quindi fondatamente il sospetto degli italiani sulle sorti dei propri risparmi. La manovra del nostro Governo si basa su una stima di crescita del Pil ritenuta non credibile e le sue politiche economiche causano solo l’aumento del deficit senza uno stimolo della crescita e non creano i necessari nuovi posti di lavoro.

Non c’è traccia di quella cura shock a suon d’investimenti che avrebbe quantomeno reso meno indigesto lo sforamento dei parametri europei e l’innalzamento del deficit anche oltre soglia 2,4%. A non credere alla legge di bilancio del Governo italiano si è aggiunta la Plenaria della Commissione Europea: la bocciatura è arrivata secca e implacabile, con procedura immediata (art. 7, 2 c, regolamento 473 del 2013). Risposta europea eccessiva, e vorremmo intervenire a nostra volta per cambiare la rigidità e l’asse strategico della Comunità Europea secondo linee da sempre propugnate, ma dobbiamo riconoscere che l’esito era prevedibile.

IL DEBITO PUBBLICO

Profetiche le parole del Direttore Vittorio Feltri«solo gli illusi possono pensare che l’Europa accetti senza colpo ferire la manovra presentata dall’Italia, impostata con l’unico scopo di aumentare considerevolmente il già enorme debito pubblico nazionale». Del resto, in qualunque sistema, chi ne fa parte, se deroga a una norma, ne deve quantomeno spiegare le ragioni. I più forti cercano di smorzare i toni per favorirci nel dialogo e aiutare per una soluzione che tenga conto anche delle nostre posizioni invocando una mediazione. Mario Draghi per primo, i nostri Ministri invece subito incalzano e scagliano frasi ottuse e sfidanti. La fascia sociale più invisa al Pluri Ministro e Vice Presidente del Consiglio Di Maio, quella che finora ha prodotto quel risparmio privato che oggi è l’unico elemento certo ad essere considerato di forte stabilità per il nostro sistema, è quella che in questo momento lo salva e lo garantisce. Ed è anche quello che gli spiega Standard & Poor dandogli ancora un po’ di tempo prima di esprimere il default… Sembra tuttavia che non l’abbia decifrata correttamente e arriva in fretta una sua del tutto personale teoria. L’eroica classe del vecchio ceto medio italiano, che ha lavorato una vita e risparmiato fino a costituire l’ultimo cuscinetto (buffer) in caso di futuri shock, non può finire così. Il Ministro Salvini dice «gli italiani ci aiuteranno»; vogliamo però escludere che possa autorizzare provvedìmentì sottrattivi ai suoi stessi elettori e glielo chiediamo esplicitamente: non ci mandi in mare burrascoso coi salvagenti già bucati dal Ministro Vicepresidente Di Maio.

OCCHIO AL RISPARMIO

Il Governo ha già perso centinaia di miliardi di euro. Il valore di mercato del nostro risparmio si è già significativamente ridotto con lo spread da tempo oltre 300 e siamo diventati più poveri con uno spread che sta escendoe, se persistesse, non potremmo reggerlo più e non avremmo neanche abbastanza benzina per arrivare alle Europee in queste condizioni. Quando Giuliano Amato operò il prelievo forzoso lo fece nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1992 con un decreto legge di emergenza che lo autorizzava improvvisamente a mettere in campo quel “male necessario” che minò per sempre il suo rapporto di fiducia degli italiani e ne pregiudicò anche la sua carriera politica. Ancora adesso è ricordato come un raffinato politico, ma pur sempre quello che ha portato via agli italiani il loro risparmio.

Ancora adesso non gli perdonano di non aver tagliato piuttosto i costi della Pubblica Amminìstrazione (e ne avremmo tratto beneficio ancor oggi). Ecco quindi che si potrebbe intervenire mettendo subito in atto l’agognata “spendìng revìew”: gli italiani la loro parte la stanno già  facendo pagando oltre 45,5 miliardi di patrirnoniali l’anno tra Imu, Tasi, imposte di bollo e di registro, tasse di successione, ecc. È pura follia inasprire il carico fiscale. E quantomeno lecito in definitiva esigere da Forza Italia che chi ha voluto andare al Governo e ci vuol stare a tutti i costi imponga almeno quel programma di politica fiscale ed economica e quell’agenda coerente al programma elettorale congiuntamente sottoscritto per le riforme. Senza una politica giudiziosa la patrimoniale rischierebbe di restarel’unico modo per evitare l’inferno di un’Italia degradata a “spazzatura” e in mano alle cicale. Le Formiche laboriose sono stufe di tutto questo assordante frinire di Cicale che ci ha stordito abbastanza.”

Cristina Rossello (deputato di F.I.)

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