Il Governo sta per saltare. E succederà sul reddito di cittadinanza.

Attualità

Il Paese era sul punto di fare un balzo nel vuoto. Poi, per fortuna, i meccanismi intrinseci di protezione, le “manine” se volete, si sono attivate. Questo il sunto della finanziaria che finirà in aula: niente reddito di cittadinanza, niente controriforma delle pensioni. Solo accantonamenti virtuali (utilizzabili anche per abbattere il debito, se del caso). E poi un lago di benzina sparso sotto la maggioranza, in attesa che qualcuno faccia volare un accendino acceso. I Cinque Stelle hanno dimostrato tutta la loro ingenuità politica. E l’ingenuità, in politica, si paga sempre cara. Facciamo una panoramica per capire meglio il contesto. E partiamo dal gran Ciambelliere verde, Giorgetti.

Il governo, in questo paese, può cadere sempre, ma non tra Settembre e Dicembre, perché comprometterebbe la finanziaria. Obbligando il paese all’esercizio provvisorio. Una roba costosissima. Quindi, l’esecutivo è blindato fintantoché non si approva la legge di bilancio. Questo è il motivo per cui tutti, diconsi TUTTI, i maggiori provvedimenti vengono messi dentro, a fianco o in contemporanea con la manovra. Non è una novità. Lo sanno tutti. A parte un bibitaro del San Paolo, a cui nessuno deve averlo spiegato. Nel momento preciso in cui ha deciso di togliere il reddito da là dentro, è venuto meno l’unico motivo valido perché la Lega lo votasse.

Ci hanno provato, gli scissionisti, a spiegargli che solo un demente avrebbe approvato il decreto sicurezza PRIMA del reddito. Ma Giggino non ascolta nessuno, lui si fida. E male fa, a fidarsi. Ieri Giorgetti, con ineffabile tatto, ha messo in cantiere la rottura di tutto. La frase detta (ci sono complicazioni sul reddito) è perfettamente innocente. E soprattutto è detta da uno che Salvini può sacrificare alle brutte. Ma alle brutte, fra qualche mese, può essere usata come alibi. Soprattutto perché queste difficoltà ci sono davvero, Giorgetti o non Giorgetti.

I centri per l’impiego non sono pronti. E mai lo saranno. Siamo un paese dove si trova lavoro per segnalazione, raccomandazione e rete contatti. E l’intermediazione di lavoro viene efficacemente fatta da agenzie private. Che bisogno c’è di uno strato statale? L’agenzia di prende un rischio. Ed i soldi che si pagano danno diritto ad un servizio di qualità. I centri dell’impiego saranno anche gratis, per il datore di lavoro, ma che garanzie offrono? Nessuna. Ed allora come li si vuole modificare? Mistero. Questa parte non è ancora stata toccata. Logico che Giorgetti metta in dubbio la reale tenuta della cosa.

Le reazioni isteriche che sono seguite sono un segnale evidente che Di Maio ha fiutato la trappola. Solo che, purtroppo per lui, è troppo tardi. Anzi, fa un favore a Salvini se fa cadere il governo. Primo, questa finanziaria può essere approvata così da tutto il Parlamento senza di loro, con due tratti di penna. Secondo, votare dopodomani è un favore alla Lega. Terzo, se il governo lo hai fatto cadere tu, la colpa è tua. Quindi sei in un cul de sac, caro Giggino. Ed ora puoi solo dire sissignore. Abituati, perché il giorno dopo la sconfitta dovrai trovarti un lavoro. Vero, stavolta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.