Due fatti di cronaca attuali per osservare che il malcostume ha preso il largo, senza esitazioni, quasi che il principio del rispetto sia obsoleto, da dimenticare. E il mondo sembra capovolgersi senza ritegno, proponendo un istinto ingiustificato. I due esempi riportati meravigliano per lo sfregio e la pubblicità del fatto e sembra che le reazioni violente abbiano una giustificazione nel comportamento quotidiano. Riferisce Ansa “Aveva parcheggiato l’auto nel posto per disabili nel sotterraneo del centro commerciale di Carugate, nel Milanese. Dopo essere stato multato, aveva affisso un cartello di insulti sgrammaticati prendendosela con “l’handicappato” che aveva chiamato i vigili e dicendosi “contento” per la disgrazia che gli era capitata. Ora la Procura di Monza ha chiesto l’archiviazione per l’uomo, un ingegnere quarantenne in quanto il reato di diffamazione aggravata, per il quale era stato denunciato dalla Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), è costituito “dall’offesa alla reputazione di una persona determinata” mentre, secondo varie sentenze della Cassazione, non sussiste nel caso in cui vengano pronunciate o scritte frasi offensive “nei confronti di una o più persone appartenenti a una categoria, anche limitata”, se le persone a cui le frasi sono indirizzate “non sono individuabili”. La Giustizia userà i parametri che possiede, ma quel sarcasmo spregiativo per una situazione infelice, forse andava sanzionato. Il secondo esempio è pubblicato dalla Prealpina “Abbandona a scuola il figlio per oltre mezz’ora dopo l’orario di chiusura e, quando le maestre glielo fanno osservare, invece di scusarsi insulta e sputa in viso ad un’insegnante. “Non è la prima volta che accadeva arrivasse in ritardo, adesso intendo sporgere denuncia – ha chiarito la docente alla ‘Prealpina’ -. Non era neppure un alunno della mia classe, ma in quel momento stavo cercando d’aiutare una collega supplente che non poteva più trattenersi a scuola perché doveva prendere il treno per tornare a casa”. Le maestre commentano “dopo esserci confrontate con la dirigenza scolastica, abbiamo ritenuto di dover affrontare la situazione”, La docente incaricata avvisa che sarebbe andata alla Polizia locale. Ma la reazione della madre davanti ad altri alunni à stata di insulti e sputi. Lo sputo è il massimo del disprezzo, senza logica, senza autocritica.