Un terribile episodio di cronaca di rara efferatezza ha avuto come mandante il protettore/amante di una 26enne cinese. La donna è stata sfregiata con lentezza su tutto il viso con un coccio di bottiglia. L’aguzzino pretendeva da lei 40mila euro come percentuale sui proventi della prostituzione in cui la donna era stata coinvolta.
La Polizia ha arrestato due cittadini cinesi, il mandante della spedizione punitiva e un complice che vi aveva partecipato nella Chinatown milanese. Anche una donna, sempre cinese, ha avuto il divieto di dimora. Il fatto risale all’ottobre dell’anno scorso ed era avvenuto all’interno di un locale frequentato da connazionali dei protagonisti.
Le accuse per i due arrestati sono quelle di lesioni gravissime ed estorsione, per la donna invece solo di sfruttamento della prostituzione in concorso con gli altri. L’esecutore materiale delle torture però non è ancora stato identificato con sicurezza.
La rete di cui tutto il gruppo faceva parte utilizzava Wechat (il WhatsApp cinese) per mettere in contatto le ragazze con i clienti. La 26enne, che in Austria non avrebbe versato parte dei suoi guadagni al protettore, era stata rintracciata e punita in modo così disumano, tanto da riportare 20 punti di sutura e rischiare di perdere un occhio. La giovane aveva sporto denuncia solo due settimane dopo, ma gli investigatori, anche attraverso delle intercettazioni, sono giunti ad identificare alcuni dei responsabili.
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