Il Senato vede rafforzarsi i Repubblicani, in un periodo senza grosse nomine in vista (la maggiore funzione della Camera Alta), ma dove i Repubblicani hanno agito meglio e più saggiamente dei loro avversari. Alla Camera i Repubblicani perdono la maggioranza, ma di meno di dieci seggi. Tra i quattro ed i sei, al momento in cui viene scritto questo articolo. Nei governatori il Gop regge, vincendo una gara, come quella in Florida, in cui avrebbero dovuto perdere. Quindi, esattamente, chi o cosa ha vinto in queste elezioni di mezzo mandato? La saggezza di un popolo che non vuole tiranni, di alcun colore.
Il voto è stato, innanzitutto, sui candidati. Nella lunga notte della CNN il dati più impressionante è che, interrogati sul motivo del loro voto, circa un terzo degli intervistati dicesse che il presidente era ininfluente. Nei distretti più piccoli (quella della Camera) si è valutata la persona. Non la provenienza politica. Il suo approccio alle problematiche locali. Non si è votato né per né contro Trump. Ma a favore di una nuova classe dirigente in entrambi i partiti. Ed i Democratici non ne sono usciti benissimo. Certo, meglio dei Repubblicani. Ma di sicuro non da trionfatori.
Bisogna ricordare che, tradizionalmente, queste elezioni puniscono il partito del Presidnete. Obama, alle prime midterm, perse 63 seggi alla Camera. Clinton 52. I 30/33 di Trump sono quasi una mezza vittoria. Soprattutto con la balcanizzazione del Partito Democratico che, dovendo trovare soluzioni pratiche (ve lo ricordate cosa succede se i due rami del Parlamento non si accordano? Si spegne, letteralmente, lo Stato), dovranno mettere d’accordo la Ocasio Cortez e Nancy Pelosi. Un’impresa non propriamente facile. Soprattutto con la decina mal contata di aspiranti candidati alle presidenziali del 2020.
In casa Repubblicana c’è, comunque, un problema. Al centro. Nei sobborghi si è perso perché non c’è un’opposizione credibile a Trump, ma conservatrice. Perché, è vero, l’economia va benissimo, ma le guerre commerciali innescate sono molte e fanno male. E’ vero, sull’immigrazione il lassismo deve finire, ma i risultati concreti non sono così evidenti. non si può negare che ci sia la carovana in arrivo, ma Carlos, il tuo vicino di casa che fa il dirigente, va distinto da loro. Perché Carlos voterebbe per te, voterebbe con il portafoglio, se tu la smettessi di far votare con, per ed a pelle. Ecco, manca chi faccia campagna sul portafoglio. E se non si trova una nuova classe conservatrice il futuro potrebbe essere in pericolo.
Un futuro che non coinvolge il 2020. Che, al momento, non accenna a spostarsi da The Donald, che non riesce a perdere nemmeno quando si impegna per farlo. Semplicemente, tra la tirannia blu e democratica del politicamente corretto ed il presidente più spaccone del creato, il cittadino Usa degli stati che contano sceglierà il secondo. Sempre. A qualsiasi costo. Allegramente. E senza dirlo a sondaggisti, di cui non si fida. Ah, i sondaggi ci sono andati vicini stavolta. Ma non hanno colto il trend. Faccio notare che si parlava di maggioranza risicata al Senato e Onda Blu alla Camera. Due cose mai viste, nelle urne…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,