Chi mi legge su Milano Post sa bene quanto in genere sia molto più attento alla dimensione mentale e umorale dell’Inter, ancor prima della connotazione tattica e della disamina squisitamente tecnica delle partite.
Non è ragionevole infatti pensare che il raggiungimento dei risultati e degli obiettivi prefissati da una società dipenda semplicemente da un’equazione tattica piuttosto che dalla capacità dell’allenatore di centrare la formazione ad ogni partita, al netto delle abilità dello stesso che possono costituire o meno un valore aggiunto ad una mentalità di squadra..
La straordinarietà dell’Inter però, è la sua incredibile capacità di riprodurre problemi tanto simili in ogni stagione, in momenti più o meno diversi, ma quasi sempre accomunati da cadute rovinose dopo aver dato l’impressione di aver raggiunto uno status di maturità che invece viene puntualmente smentito.
Non è dignitoso perdere 4-1, subire due avversari diversi in pochi giorni forse lo è ancora meno, anche se uno dei due si chiama Barcellona.
Quello che tuttavia ha scatenato la contestazione dei disfattisti della prima ora è la mancanza di mentalità e di nerbo per affrontare una partita che si annunciava particolarmente insidiosa, visti i precedenti incontri a Bergamo.
Nessuno si aspetta che l’Inter vinca tutte le partite, ma che le affronti con la dovuta rabbia agonistica si, anche se si è reduci da una sfida probante come quella col Barcellona.
Tuttavia, benché personalmente sia sempre stato dichiaratamente controla mentalità forcaiola di quei tifosi sempre pronti ad identificare nell’allenatore di turno l’unico colpevole di ogni rovinosa sconfitta, le ultime dichiarazioni post partita di Spalletti sono risultate improvvisamente inaridite e poco convincenti, rafforzando la convinzione che la sconfitta di ieri sia dipesa anche dalla confusione e dalla stanchezza, che hanno avuto la meglio non solo sulla squadra, ma anche sul tecnico interista.
Il campo dell’Atalanta è storicamente sempre stato un campo assai difficile per l’Inter, come testimonia l’unica vittoria ottenuta negli ultimi dieci incontri disputati a Bergamo.
E se alle fatiche fisiche e nervose derivanti dalla sfida col Barcellona aggiungiamo il perenne desiderio di vendetta dell’ex allenatore interista (Giampiero, ci spieghi per favore da dove deriva il suo odio smisurato, visto che è riuscito a perder con il Novara) il quadro è completo.
Così è andata infatti, l’Inter non è praticamente scesa in campo, ei bergamaschi hanno dominato in lungo e in largo praticamente per tutta la partita, dimostrando una condizione fisica e mentale di gran lunga superiore a quella interista. Solamente Handanovic impediva infatti agli orobici di chiudere il primo tempo con un punteggio più largo dell’unica segnatura realizzata, e nemmeno un insperato quanto rocambolesco pareggio su rigore ad inizio ripresa ha cambiato l’inerzia di una partita talmente brutta e impresentabile da parte dell’Inter,per poter essere considerata vera.
Dispiace constatare che Skriniar abbia disputato la sua peggiore partita da quando è all’Inter, Miranda e D’Ambrosio se allentano la concentrazione sono assai vulnerabili, gli esterni sono rimasti fuori partita per tutta la gara.
Nessun tiro in porta oltre al rigore è infatti l’impietoso tabellino di una Bergamo nera, che ha coinciso con la peggior sconfitta della gestione Spalletti, rullati senza attenuanti.
Questi aspetti hanno impietosamente rinfacciato all’ Inter e ai tifosi che la squadra oggi non è probabilmente ancora all’altezza per affrontare ad alto livello due competizioni impegnative e usuranti come campionato e Champions.
Ora arriva la sosta per le nazionali, e contestualmente verrà dato il via ai processi mediatici di due settimanee agli attacchi di quei tifosi che per tradizione salgono e scendono dal carro, dimenticando, magrado tutto, che ad oggi l’Inter è comunque in piena corsa per i suoi obiettivi stagionali.
Questa squadra può e deve arrivare nei primi quattro.
Gli insulti alla squadra e alla società, insieme alle critiche eccessive e smisurate vanno rigettate, ma spesso alcune di esse hanno un fondamento di verità che oggi varrebbe la pena di essere ascoltato.
Avanti Inter.
DiegoStroppa
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