Juventus superiore. Follia Higuain.

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Milan-Juventus 0-2

Il punteggio è lo stesso dall’anno scorso, il Milan è sicuramente migliore di un anno fa ma anche la Juve lo è, il risultato dunque non cambia. Ciò che cambia è l’apporto di un giocatore a questa partita e il riferimento è ovviamente ad Higuain. Un anno fa, con i colori bianconeri, il Pipita era stato il mattatore del match con una doppietta, quest’anno, dopo aver cambiato casacca è di nuovo protagonista, in negativo però.
Dopo il vantaggio di Mandzukic il VAR concede al Milan un rigore netto per tocco di mano di Benatia che l’arbitro non aveva visto. Il franco marocchino era già ammonito e Mazzoleni lo grazia invece che spedirlo sotto la doccia col secondo giallo. Il Pipita vuole ad ogni costo battere il rigore, ci tiene da morire a segnare alla sua ex squadra che in estate lo ha scaricato e si prende la responsabilità di calciare, perdendo però il duello psicologico col suo ex compagno Szczesny, bravo a deviare il tiro sul palo.
Era il pallone del possibile pareggio ed è stato sprecato. Capita. Succede. Non deve invece succedere di perdere la testa e protestare animatamente fino a farsi espellere, tutto per un falletto inutile, subito o commesso. Non deve succedere di mandare in scena un’isteria sguaiata e incontrollabile alla Scala Del Calcio, tanto da dover far intervenire compagni e avversari per farsi portare fuori dal campo.
Poco prima che il Milan restasse in 10 uomini era arrivato il raddoppio di Ronaldo. Il rigore e l’espulsione potevano forse cambiare la storia della gara, ma la Juve ha vinto meritando perché la differenza è ancora troppa. Il Milan non esce ridimensionato dalla sfida con i bianconeri, Gattuso non vuole trovare alibi e ha ragione se questo serve a responsabilizzare la squadra, però indubbiamente le assenze e lo stato fisico non ottimale di alcuni dei migliori giocatori non hanno aiutato. I rossoneri hanno tenuto bene il campo e ci hanno provato, hanno pressato alti e hanno mostrato una buona compattezza. Non può bastare contro questa Juve che è oggi tra le prime tre squadre più forti d’Europa.

Analisi tattica.

Milan 4-4-2. Juve 4-3-3.
Il Milan comincia con questo modulo che cambia in 4-2-3-1 a seconda delle fasi di gioco per poi passare al 4-3-3. Castillejo inizialmente gira sotto ad Higuain ma i compagni non lo trovano mai tra le linee, meglio quando lo cercano sulla profondità. Giropalla buono ma ritmi blandi. Pressing rossonero alto e Juve che non riesce molto a verticalizzare sfruttando l’allungamento dei reparti. La Juve aspetta i rossoneri a metà campo ed è il Milan a provare a chiamare fuori gli avversari. Quando la Juve è in fase di possesso alza entrambi i terzini per provare a schiacciare il Milan che però è bravo a rialzare il baricentro dopo la riconquista della palla. Le catene laterali rossonere sviluppano la manovra ma difficilmente prendono il fondo obbligati a ricominciare il giropalla.

Higuain: follia e redenzione.

Una sfuriata, quella di Higuain, sicuramente dettata dall’emozione e dalla frustrazione per non essere riuscito a portare a termine il piano vendetta.
Non si può però impazzire come un toro alla vista del colore rosso, in questo caso quello del cartellino. Non solo il Pipita ha lasciato i suoi in 10 in un momento delicato, ma ora il Milan dovrà fare a meno di lui nella prossima importante partita contro la Lazio a Roma, diretta avversaria al quarto posto e questa è la cosa più grave. È grave perché lui è il campione di questa squadra e soprattutto è quel tipo di campione che deve guidare gli altri elementi a diventarlo. Per carità, sui campi da calcio abbiamo visto di peggio, tra l’altro anche gli avversari hanno riferito che Higuain non ha usato verso l’arbitro parole di insulto, la sceneggiata però resta e la squalifica pure.
A fine partita Gattuso ha auspicato che potessero arrivare le scuse da parte di Higuain e l’argentino si è presentato davanti alle telecamere chiedendo scusa dieci volte. Il carattere quando è caldo, si sa, è difficile da cambiare. Come ha detto lo stesso Higuain lui è sempre stato un ragazzo molto emotivo e difficilmente può cambiare proprio adesso che è a fine carriera. Nessuno gli chiederà di farlo, ma di controllare gli impulsi si, perché il Milan ha assoluto bisogno del miglior Higuain, anche incazzato, ma presente.

Andrea Mutti

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