Il mal di testa rappresenta una tra le patologie che possono causare disturbi molto fastidiosi per le attività quotidiane, dal lavoro alla vita sociale. Sebbene venga spesso considerato normale, proprio per via della sua diffusione, è un problema che invece richiede una profonda attenzione da parte di chi ne soffre.
Questo perché un semplice mal di testa può diventare cronico e volgere alle volte verso forme anche più gravi, incidendo in modo pesante sulla vita e sulla quotidianità del soggetto.
Ecco perché si parla di un tema che necessita un approfondimento, anche in virtù delle possibili novità in termini legislativi.
Una proposta di legge per tutelare chi ne soffre
Come detto, in certi casi il mal di testa può assumere una forma ricorrente e dunque invalidante, tale da andare ad interferire sulla quotidianità sociale, privata e lavorativa delle persone sofferenti di cefalee.
Ecco spiegata la proposta di legge che mira all’inclusione dei mal di testa nella lista delle patologie sociali, anche alla luce dei dati sottolineati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia, ad esempio, si trovano 6 milioni di individui sofferenti di una forma invalidante di cefalea, su un totale di 26 milioni di italiani colpiti da mal di testa.
Per quanto concerne la proposta di legge, se approvata, consentirebbe a chi soffre di una forma invalidante di accedere ai trattamenti medici in via gratuita. Naturalmente si dovranno possedere dei requisiti, per poter approfittare delle misure previste dalla legge. Ad esempio la presenza di una diagnosi certificata, e la presenza del mal di testa da almeno 12 mesi. Inoltre si parla solamente della cosiddetta cefalea cronica, quindi gli altri tipi di mal di testa (non invalidanti) verrebbero esclusi dalla lista delle coperture della legge.
Sintomi, definizione e conseguenze della cefalea cronica
La cefalea cronica è una patologia che colpisce l’individuo e che prevede l’alternanza di forti raffiche di mal di testa durante le 24 ore. Queste possono manifestarsi per 15 o più giorni ogni mese, e possono durare anche oltre i tre mesi.
In pratica si tratta di un disturbo che colpisce a ripetizione e che rende impossibile svolgere qualsiasi attività, sia essa quotidiana o lavorativa. In più genera altri problemi come l’ansia legata al timore che possa sopraggiungere di nuovo. Questi sintomi, dunque, non devono essere mai sottovalutati, perché il mal di testa ricorrente può avere conseguenze anche drastiche per la propria vita in generale. Fra queste si trova ad esempio l’incapacità di svolgere i vari compiti lavorativi o scolastici, con ovvi influssi negativi sulla vita professionale e studentesca.
Inoltre il mal di testa cronico può portare addirittura a un isolamento sociale con un netto calo dei livelli di qualità della propria vita. Trattandosi di una malattia che manca di un protocollo di cura uniforme, prevede un iter di diagnosi complesso, per via del fatto che vengono richieste delle strategie create su misura per ogni singolo paziente.
Data le conseguenze di questa condizione e le complicanze relative all’approccio medico, la proposta di legge sopra menzionata potrebbe diventare una risorsa davvero salvifica.
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