Un nome nato in periferia, senza i filtri della notorietà, senza l’appartenenza ai salotti radical chic: uno di noi, insomma che abbia speso il tempo per rendere orgogliosa questa città con la solidarietà. Questo propone un lettore a Mario Oldani sul Corriere per l’assegnazione di un Ambrogino “Credo sia giunta l’ora di rendere giustizia a chi poco conosciuto si è adoperato per rendere più bella, vivibile e orgogliosa dei propri abitanti questa nostra Milano, operando dietro le quinte, nelle periferie, sulla strada, personaggi che non frequentano i salotti, che fanno volontariato puro.” Un gesto tangibile per chi dichiara di avere l’ossessione delle periferie, un riconoscimento alla silenziosa operatività dei milanesi.
La verità che squadernano le zone più decentrate ha il profumo del cuore e delle intenzioni più disinteressati, eppure nella costanza e nel silenzio c’è chi combatte per sé e per gli altri. Possibile che Sala nei vari tour non abbia avuto una segnalazione? Come sarebbe motivo d’orgoglio se la vicina di casa..sì quella che da anni, forse trenta, fa le punture gratis per i meno abbienti girando per tutto il quartiere.. o la vecchia maestra che accoglie anche a ottant’anni dopo quarant’anni di professione i bambini con qualche problema psichico..Sarebbe bello se per una volta almeno designassero il simbolo della dedizione del proprio territorio. Una Milano del quotidiano di eroi sconosciuti
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano