Milano: sulle strade un morto quasi ogni tre giorni e 50 feriti ogni 24 ore

Milano

Un tabulato su cui riflettere, chiedersi il perché, esaminare le cause, verificare la viabilità: un buon amministratore con il senso della realtà parte dalla salute dei cittadini e dalla sicurezza. A Milano le strade grondano incidenti, morti, feriti in una quantità inaccettabile. E, tolti gli ubriachi alla guida, i perennemente distratti, i poco esperti, esistono incroci pericolosi, segnalazioni imprecise se non scorrette, la mancanza di rispetto dei limiti di velocità e altri elementi che fungono da occasioni per guidare male e pericolosamente.

MilanoToday riprende una ricerca dell’ACI e riferisce i numeri “Quasi trentanove schianti al giorno. Un morto quasi ogni tre giorni. Oltre cinquanta persone ferite ogni ventiquattro ore…Nel 2017 si sono registrati in tutta la provincia 13.905 incidenti con 108 morti e 18.557 feriti. Nella sola città capoluogo, invece, si sono contati 53 morti e 11.123 feriti in 8.559 schianti. Stando sempre ai dati Istat elaborati dall’Acm, la fascia più a rischio – quella con più vittime – è tra i 30 e i 54 anni, con 58 morti, seguita dagli oltre 65enni, con 35 vittime. Il maggior numero di incidenti si è verificato sulle strade urbane: 11.541, con 74 morti. Il mese più tragico è maggio – 1.357 sinistri e 10 morti -, mentre la giornata con il maggior numero di incidenti è stata un venerdì: 2.307, con la punta massima dalle 14 alle 17.

“Mentre si diffondono le tecnologie di assistenza alla guida e in attesa di avere a disposizione veicoli sempre più a guida autonoma, l’anello debole risulta essere sempre l’uomo, ancora responsabile al 90 per cento degli incidenti stradali”, ha commentato Geronimo La Russa, presidente di Ac Milano.

“Comportamenti altamente pericolosi, come sostare in spazi vietati riducendo pericolosamente la visibilità oppure come l’utilizzo scriteriato del cellulare da parte di tutti gli utenti della strada, sono sotto esame da parte dei nostri esperti: sono azioni – ha concluso – che vanno attentamente indagate, stigmatizzate e prevenute.”

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