“Il 9 ottobre scorso siamo stati in sopralluogo al “Boschetto della droga” di Rogoredo con la commissione Sicurezza del Comune di Milano e questa mattina, tornato con l’assessore Gallera e altre Istituzioni – ATS, Polizia di Stato, Municipio 4, comunità di recupero, etc – mi sembrava di essere in un altro luogo. – racconta Alessandro De Chirico
Vicecapogruppo di FI in Consiglio comunale- Eppure abbiamo fatto lo stesso tragitto. Ebbene, la vegetazione è cresciuta, sono aumentati gli “accampamenti” e si è estesa la quantità di rifiuti. Per non parlare delle siringhe abbandonate. Ai tanti ragazzi che abbiamo visto sembrava non interessare nemmeno la nostra presenza erano lì con l’unico intento di bucarsi. Gli operatori del SERT ci hanno riferito che nel weekend capita sempre più spesso che arrivino ragazzi da fuori perché hanno sentito parlare della più grande area di spaccio del Nord Italia e vogliono vedere con i loro occhi, come se fossero in gita! È ora di dire basta, – prosegue il consigliere – serve un presidio fisso 24 ore su 24. Il Comune deve individuare, con Grandi Stazioni o ATM, un locale all’interno della stazione di Rogoredo dove aprire un presidio territoriale gestito da un’associazione specifica che possa interfacciarsi con i tossicodipendenti. Nonostante il prezioso aiuto di Italia Nostra, non si può pensare di sconfiggere la malavita organizzando le “domeniche del pastore” o gare di biciclette. Nella prima fase transitoria serve un presidio dei militari che potrebbero utilizzare l’area per le esercitazioni di routine come proposto alla Scavuzzo dal consigliere di FI del Municipio 4, Vidal Silva. Successivamente bisogna fare come vent’anni fa fu fatto al Parco delle Cave: far insediare nel Parco delle associazioni che possano creare attività continue per i quartieri del Sud-Est Milano. Inoltre,- conclude De Chirico – approfittando dell’approvazione del nuovo PGT, vanno pensate nuove funzioni per il Parco e per l’adiacente area di Porto di Mare. Creare delle attività – penso a un’arena della musica – che facciano vivere quei quartieri tutti i giorni all’anno. La droga si sconfigge se c’è la volontà politica, non cambiando i nomi a luoghi dove in troppi giovani hanno perso la vita come ci vorrebbero far credere certi benpensanti di sinistra!
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