Il PD pare aver scoperto la strada come mezzo per incontrare le persone che non si riuniscono nei salotti per un aperitivo e a gingillarsi sui falsi problemi. L’assemblea PD esprime i candidati allo scranno di segretario, ma non si dica che sono renziani. Renzi è oggi la peste bubbonica, la causa di un cattivo sogno fallito, una zavorra di cui liberarsi. Ma è dura rifondare un partito, non c’è più l’abitudine a quelle strade che esprimevano realtà e sudore. Oggi sono variopinte, vocianti in lingue sconosciute, degradate dall’abbandono o dalla presenza di una criminalità strisciante che non si riesce a controllare. A Milano si è invocata l’accoglienza, le braccia aperte per gli ospiti venuti da lontano, dimenticando quel quotidiano del disoccupato, del povero che lottava per un pasto decente. E gli immigrati tollerati con un sorriso accondiscendente invadono spazi e luoghi da veri padroni. Sala propone un piano del governo per mettere ordine in quei flussi migratori di cui non sa che fare. Ma il Governo PD ha predisposto una soluzione? La vera sorpresa di chi dopo sei anni ha scoperto la strada sono le parole di Majorino «Serve più radicalità sulla questione sociale, si è fatto poco per combattere le disuguaglianze. E bisogna affrontare in maniera diversa il tema dell’immigrazione. Prima abbiamo giocato alla minimizzazione, poi alla deresponsabilizzazione». Sono suggerimenti di un assessore al welfare che ha dimenticato la strada, la società differenziata, le disuguaglianze evidenti. Non si è fatto abbastanza, dice. La sinistra non ha praticamente iniziato a far qualcosa e sul tema dell’immigrazione “giocare alla minimizzazione” significa non capire, sottovalutare, affidarsi ad un’ideologia astratta. La deresponsabilizzazione è estremamente colpevole perché governare è responsabilità.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Cacchio, ma Majorino è ancora vivo? Ha ancora il coraggio di parlare? Allora ha la faccia silenzio dopo tutti i danni che hanno fatto con l’immigrazione alla città di Milano lui e il suo capo Sala.