Tutto girava intorno a quel panino portato da casa, confezionato con amore dai genitori: una specie di rivalsa contro Milano Ristorazione. E a Milano nel 2018 i bambini della scuola primaria vengono discriminati, emarginati in un posto dedicato, con un tavolo ad hoc. E la derisione, le battute sottolineano la diversità di trattamento, quasi fosse un atto di cui vergognarsi. Ma le regole di Milano così vogliono e non ci sono discorsi che possano superare l’oggettiva disparità. In una così Milano “aperta” che apre le braccia a chiunque e privilegia gli ospiti per dare loro la sensazione di essere ben accetti, si escludono inconsapevoli bambini dal rito giocoso e unificante del pranzo in comune. Il Corriere comunica “Succede (per la prima volta in Lombardia) alla primaria Moro che la preside, incalzata dalle diffide legali, ha detto «si» al ricongiungimento degli scolari nella mensa. Osserva il legale dei bambini con la “schiscetta ”«Mi vengono riferite modalità organizzative del tempo mensa irrispettose dei diritti dei fanciulli — scriveva il legale —. I minori, esclusi dal tavolo, vengono tra l’altro dileggiati come “bambini panino” (…). Siamo davanti ad un comportamento discriminatorio: tale è il messaggio che i minori avvertono e riferiscono ai genitori (…), non si consente loro di fruire di tutti i contenuti formativi connessi al tempo-scuola inclusi mensa e dopo mensa». Aggiunge a margine la preside: «La scuola non ha mai avuto l’intento di discriminare ed è consapevole che il momento del pranzo si inserisce a pieno titolo nel percorso educativo-didattico dei nostri bambini».
La battaglia sembra vinta e il principio della parità educativa, salvo, ma sono assenti le voci di Sala e di Milano Ristorazione.