“Eh ma gli altri rubavano di più”. “Chissà cosa c’è sotto”. “Come mai quando governavano gli altri questo accanimento non c’era?”. Se un effetto positivo il servizio de Le Iene l’ha ottenuto, è stato guarire magicamente i Grillini dalla febbre giustizialista. Adesso, bontà loro, stanno scoprendo che, in effetti, c’è vita fuori dai tribunali. C’è anche parecchia viltà, visto che adesso cose gravissime prima si stanno tramutando in pinzillacchere e minutaglia. E soprattutto, il movimento che aveva vinto (secondo i suoi militanti) le elezioni sta tornando in modalità fortino assediato. E tutto per un po’ di nero.
Il nero fatto assumendo alcuni (pare più d’uno) operai nella ditta di famiglia. Poi confluita in un’altra (e forse un paio di domande su questa operazione andrebbero fatte). Ma all’inizio di proprietà del padre, poi gestita della madre. Che forse non poteva farlo, essendo una pubblica dipendente. Anche se, lo sanno anche i muri, lei era una semplice prestanome. Il nero fatto da Di Maio quando era piazzaiolo. E forse fatto anche in tutte le estati in cui ha detto di aver lavorato in cantiere. Ma che all’Inps non risultano. Ed agli operai nemmeno. Al nero si accosta il grigio, il grigio dei manufatti mezzo finiti, mezzo discarica sequestrati alla famiglia ieri. Queste cose, intendiamoci, alla lunga portano voti. Ma danno anche la dimensione che lo scambio competenza-onestà non conveniva affatto.
La competenza non si è vista, l’onestà è un tanto al kilo. I ragazzi bellissimi hanno padri assai normali. Un abuso qua, un condono là. Lo specchio di una società che fa le regole solo per il gusto di infrangerne di più e con più creatività. Ovviamente, poi partono le lagne contro la devastazione del territorio. Le tarantelle sui diritti dei lavoratori (degli altri, i tuoi zitti e mosca). I balletti con precari e disoccupati a cui dare redditi fantastici senza sapere nemmeno chi stamperà le tessere. Questa contraddizione lacerante regge, ma le fondamenta sono labili. Sotto, un mare di fake news, di balle e di comunicazione social da trincea. Che, purtroppo, non reggono l’impatto della realtà.
Le imprese hanno bloccato le assunzioni. La gente non cerca lavoro in attesa del reddito. E ormai il dubbio si sta facendo velenoso: se hanno mentito sui loro conti di famiglia, avranno mica fatto lo stesso sui provvedimenti governativi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,