“Ancora una donna vittima di violenze che pensavamo superate da secoli, in Lombardia. Ancora una vittima di culture e usi che sono del tutto inconcepibili in uno stato come l’Italia. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Mantova hanno infatti liberato una ragazza indiana di vent’anni che era tenuta sequestrata dalla famiglia a casa di alcuni parenti residenti nell’alto Mantovano per impedirle di frequentare il fidanzato. Dalle indagini e’ emerso che il motivo dell’opposizione al rapporto era la differenza di “casta”, che aveva spinto i familiari della ragazza a negare il consenso alle nozze, arrivando a minacciare di morte sia lei che il fidanzato perche’ non si vedessero piu’ – dichiara l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato (Fdi) – Un racconto che ha dell’inaudito. Gli agenti della Squadra mobile, dopo alcune indagini, hanno fatto irruzione nell’abitazione dove la ragazza era tenuta sequestrata e l’hanno liberata. I genitori e le persone che li hanno aiutati a tenere segregata la figlia sono stati denunciati per sequestro di persona, minaccia e maltrattamenti in famiglia. Ma ci sembra di rivivere, leggendo queste righe, le decine di altre storie di violenza patite da donne di fede islamica ma non solo, che tra Milano e la Lombardia sono trattate alla stregua di oggetti o poco più. Donne che subiscono ogni genere di angheria. E non sentiamo praticamente mai nessuna femminista, in occasioni come queste, che abbia l’idea di organizzare un pittoresco e colorato sit in. Da loro, solo silenzi tristemente assordanti”.
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