Al via l’appuntamento natalizio con l’arte di Palazzo Marino, giunto all’undicesima edizione, che ospita un capolavoro di Pietro Cristoforo Vannucci noto come il Perugino (Città della Pieve, circa 1450 – Fontignano, 1523): l’ “Adorazione dei Magi”.
L’opera, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, è datata intorno al 1475. L’esposizione è curata da Marco Pierini, Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, che grazie a questa iniziativa ha potuto procedere al restauro dell’opera prima del suo trasporto a Milano.
La grande pala d’altare (olio su tavola, 242 x 180 cm) è attribuita al periodo giovanile del Vannucci e rappresenta il primo significativo impegno dell’artista a Perugia. Il dipinto fu realizzato per la chiesa perugina di Santa Maria dei Servi e costituisce una delle opere emblematiche per comprendere gli sviluppi dell’arte italiana nell’ultimo quarto del XV secolo.
Ricordata per la prima volta nell’edizione giuntina delle Vite (1568) dal Vasari, la sua attribuzione è stata a lungo dibattuta tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, a causa della complessità dei riferimenti culturali presenti nella tavola. La definitiva soluzione attributiva si deve ad Adolfo Venturi (1911), il quale – sposando l’opinione del Vasari – assegna l’opera al Perugino giovane, riconoscendovi molti riferimenti eterogenei, tutti importanti nella fase formativa del pittore: l’influsso di Verrocchio nei tipi fisionomici e nelle vesti quasi di lamina metallica, scandite in pieghe dai sottosquadri nettissimi; la conoscenza della pittura dei fratelli Pollaiolo nell’evidenza del rilievo e nella profusione di ornamenti rifulgenti; il ricordo di Piero della Francesca – suo probabile maestro – nell’albero collocato sullo sfondo in base ai canoni della sezione aurea, come nel Battesimo di Cristo già a Sansepolcro e ora alla National Gallery di Londra.
Il nome di Perugino non è stato messo in discussione e sono stati individuati nessi sempre più stringenti con la produzione matura dell’artista: il paesaggio che si fa ceruleo verso l’orizzonte, secondo quanto teorizzato da Leonardo sulla prospettiva aerea; i volti giovanili e femminili cesellati, di diafana purezza; la capacità di dosare la luce e di scaldare con essa il colore. Questi ultimi effetti si devono certamente ad una fondamentale innovazione di carattere tecnico che interessa la tavola, interamente a dipinta a olio.
Il riconoscimento nell’Adorazione dei Magi di un cripto-ritratto del Perugino si deve al Von Ruhmor (1827), che confronta l’effige del giovane in berretta rossa all’estrema sinistra della composizione con quella – invecchiata e appesantita, ma corrispondente nei lineamenti – del certo autoritratto affrescato dal maestro cinquantenne nel 1500 sulle pareti del Collegio del Cambio a Perugia. Un Perugino giovane ma perfettamente consapevole del suo talento, che guarda l’osservatore con aria risoluta. Si tratta di un particolare importante, che ha agevolato l’attribuzione e la datazione della tavola. L’età del pittore, stimata tra i 25 e i 30 anni, ha indotto gli studiosi a collocare l’esecuzione dell’opera intorno al 1475.
Recentemente è stato proposto di riconoscere nei Magi membri della famiglia Baglioni, sul modello di una consuetudine fiorentina di cui sono notissimi esempi gli affreschi eseguiti da Benozzo Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici Riccardi, o la tavola di Sandro Botticelli per Gaspare del Lama agli Uffizi, opere nelle quali i tre re giunti dall’Oriente assumono le fattezze di esponenti di casa Medici. Nella tavola perugina il Mago più anziano Gaspare corrisponderebbe al capostipite Malatesta Baglioni; Baldassarre raffigurerebbe Braccio, guida della casata all’epoca in cui il dipinto fu realizzato; il giovane Melchiorre avrebbe il volto del figlio di Braccio, Grifone, destinato a succedergli al potere. Del tutto probabile è il coinvolgimento dei cripto-signori di Perugia nella commissione del dipinto. La chiesa di Santa Maria dei Servi era prossima alle residenze dei Baglioni sul Colle Landone, anch’esse abbattute per permettere l’erezione della Rocca Paolina, e ospitava nelle sue cappelle le sepolture di alcuni membri della famiglia. Nel 1471 il citato Braccio aveva fatto erigere nell’edificio un sacello dedicato alla Vergine Maria, ultimato nel 1478. L’Adorazione dei Magi è un’opera complessa e affascinante, che riassume tutte le suggestioni di cui Pietro poté nutrirsi durante gli anni di formazione trascorsi a Firenze nella bottega del Verrocchio, fianco a fianco con quelli che sarebbero stati fra i più grandi protagonisti dell’arte del Rinascimento, da Domenico Ghirlandaio a Sandro Botticelli, da Lorenzo di Credi a Leonardo da Vinci.
Nel quadro della collaborazione con la Regione Umbria, anche quest’anno ci sarà nel cortile di Palazzo Marino, il presepe della tradizione umbra.
Si uniscono alle iniziative anche i municipi 7 e 8 con un altro dono alla collettività, un’ulteriore iniziativa per la più ampia conoscenza del patrimonio culturale cittadino. Dal 3 dicembre al 6 gennaio, prima presso Villa Scheibler e successivamente presso l’Emeroteca di via Cimarosa, sarà possibile visitare l’esposizione di un importante dipinto, la “Madonna con Bambino” di Carlo Francesco Nuvolone, di proprietà della Pinacoteca del Castello Sforzesco.
L’opera è uno dei punti alti dell’apertura barocca del Nuvolone. La dolcezza degli incarnati, la morbida resa dei contorni sfumati, il sapiente e calibrato accordo cromatico mostrano con quale felicità l’artista abbia saputo fondere nella tradizione lombarda le suggestioni delle culture adiacenti, genovese e veneta, con la lezione emiliana di Guido Reni e quelle antiche ma vicine negli affetti del Correggio e del Parmigianino. In quest’opera è evidente come abbia guardato oltre l’orizzonte padano registrando quanto di moderno si andava svolgendo a Roma e nella Spagna che con Milano avevano un legame stretto e privilegiato. Sono opere come questa che hanno valso al Nuvolone la denominazione di “Murillo di Lombardia”, anche se si tratta di una pura affinità elettiva con il maestro di Siviglia. Il dipinto è giunto alle Collezioni Civiche nel 1885 per dono di Giovanni Spech. Nel 2017 è stato restaurato nello Studio di Carlotta Beccaria grazie alla generosità di Enrico Rovelli che ha voluto dedicare l’intervento alla scomparsa moglie Biancamaria Patuzzo.
Ingresso libero
1 dicembre – 13 gennaio – Palazzo Marino, Sala Alessi – Piazza della Scala 2
Orari – Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30) – Giovedì dalle ore 9.30 alle ore 22.30 (ultimo ingresso alle ore 22.00)
Chiusure anticipate: 7 dicembre chiusura ore 12.00 (ultimo ingresso alle ore 11.30) 24 e 31 dicembre chiusura ore 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.30)
Festività
8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio aperti dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30)
Info mostra – Tel. 800.167.619 – www.comune.milano.it – mostre@civita.it – (Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00, sabato dalle 9.00 alle 12.00) Prenotazioni solo per le scuole.
Madonna con Bambino
3 dicembre – 16 dicembre – Villa Scheibler – Via Felice Orsini 21
17 dicembre – 6 gennaio 2019 – Emeroteca – Via Cimarosa 10
Ingresso libero
Orari – Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.30)
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.