Sarebbe bello se il Comune di Milano ponesse una targa commemorativa al n. 17 di via Monte Napoleone che fu una delle abitazioni di Verdi a Milano. Qui stette dal dicembre 1844 (numero civico 866 della Contrada del Monte, perché il Regno d’Italia era caduto da un bel po’), vi strumentò Giovanna d’Arco e vi ideò Attila. Anche se aveva già messo da parte una buona fortuna, abitava una stanza semplice e da lavoro, con quattro o cinque sedie, un piano a coda e una propria statuetta; così vide l’appartamento l’editore francese Escudier che fece visita al maestro nel maggio 1845. Sopra il piano stava la caricatura francese del Chemin de la Postérité. Che fosse la caricatura che riproduceva i più rinomati cantanti del tempo? Valutando l’assiduità con la quale Verdi compulsava, fra gli altri, gli scritti della de Staël, io credo proprio che si trattasse di quella coi grandi protagonisti della letteratura e del teatro francesi. Alla testa del primo corteo c’è Hugo (“Il brutto è il bello”) mentre Lamartine se ne sta sulle nuvole.
Francesco Gala
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