Il fascino dell’opera e della magnificenza della Scala, in Galleria non ha tradito le aspettative. E gli applausi ripetuti e convinti hanno incorniciato una prima per l’apertura della stagione da ricordare. Verdi ha impeti, fraseggi, riflessione psicologica, ma soprattutto musica e teatro. Ma nella melodia innata e voluta in un giorno così significativo, il rito violento e ripetitivo della protesta squaderna slogan, bombe fumogene, urla, uova lanciate e ortaggi per potersi inebriare dei soliti insulti contro il dl Sicurezza e il Governo. Il Cub e il centro sociale Cantiere colgono l’occasione e con veemenza stonano le invettive di sempre. Che cosa risponde l’amico Sala bardato per il momento a tanto cattivo gusto? E’ troppo indaffarato a salutare Mattarella, a rappresentare una città divisa, scontenta, invasa. Non so se condivide o meno la volontà comune ai centri sociali contro la TAV, lui, un manager che guarda al futuro. Ma sono voti, sono compagni, meglio dimenticare le occupazioni abusive, la protervia. La passerella dei big è finita, la messa in scena di Attila ineccepibile, i pavoni tornano a casa. I Centri sociali aspettano la prossima occasione. Aspettando Natale.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano