Dopo aver giocato il ruolo della vittima per mesi, Renzi inizia a uscire da guscio, forse per prepararsi alle prossime elezioni. E rimpiange il momento in cui aveva tutto il potere, tornando a sottolineare che in fondo il problema non era lui. O almeno non solo. Sono gli altri i cattivi, cattivi che avrebbe dovuto punire al momento giusto: “Il mio errore più grande è stato non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti. In alcuni casi il PD ha funzionato, in altre zone è rimasto un partito di correnti. Ritengo che le correnti siano il male del partito. E ho sempre spiegato che non mi sarei mai prestato a fare la mia corrente. Sono stato, sono e rimango di parola: le correnti avevano un senso nel partito novecentesco, non oggi. E le correnti nel PD sono state la causa di un rinnovamento meno forte di ciò che sarebbe servito. Quando i giornali scrivono “la corrente dei renziani” mentono sapendo di mentire. Perché noi ci siamo impegnati a fare una battaglia sulla base delle idee, non delle appartenenze interne”. Troppo tardi Matteo, ormai sei fuori dal Pd. Che tu lo voglia o no.
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