Il diritto alla vita non ha senso per l’odio violento di un terrorista. La religione che istiga ad uccidere nega la razionalità come principio a cui attenersi. CherifChekatt ha urlato “Allahu Akbar”, poi, folgorato da un’ossessione, ha estrattola la pistola è ha iniziato a sparare sulla folla. Natale giocava la sua magia e i suoi colori, nell’attesa della festa. Strasburgo, la Francia, l’Europa intera improvvisamente smarrita e terrorizzata. Ma che senso ha oggi evidenziare i piccoli o grandi fallimenti della gendarmeria e di un Macron messo al tappeto da tempo? Da troppo tempo si invocano una strategia, una responsabilità europea, un programma equo sui flussi migratori. Il pragmatismo di quanti, quando, dove possano essere accolti è l’espressione del buon senso. L’ideologia che accetta, imbarca e poi dimentica dà un’incertezza per chi e come arriva che difficilmente si sa governare. Per dire che le tesi di Majorino e Sala delle braccia aperte a tutti, a prescindere, rappresentano “la casa” dei buoni e dei cattivi e degli invasati. Quale rispetto ha avuto CherifChekatt per quelle bancarelle simbolo del Natale? E il buonismo imperante nelle scuole ha la compiacenza di non fare il presepe, di far cantare Bella ciao, di sostituire il nome della Madonna. Le moschee abusive a Milano prosperano nella tolleranza della Giunta, sempre per quel “Venghino Venghino!” che piace tanto. La sicurezza è diventata una speranza e, forse, oggi si teme il gesto di un mitomane che sta in mezzo a noi, perché i controlli abitano in un’aspettativa futura.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano