La retrocessione al purgatorio dell’Europa League materializzatasi in settimana, aveva riportato davanti agli occhi dell’intero ambiente nerazzurro lo spettrale tunnel involutivo già vissuto dall’Inter lo scorso campionato, quando in poco tempo era riuscita a dilapidare il vantaggio in classifica fino a trovarsi sorpassata dalle dirette concorrenti per la Champions e vedersi costretta ad inseguire.
Del resto, la tendenza a disunirsi nei momenti di difficoltà e quella di avere uno spogliatoio ribollente fanno parte delle caratteristiche storiche dell’Inter, le cui origini risalgono da lontano, tanto da costituireun imprinting di questa società.
Invece, sostenuta da oltre cinquantasettemila tifosi, l’Inter innesta di nuovo la marcia giusta per ripartire e batte un’Udinese ostica, soffrendo tuttavia oltre il lecito più per demeriti propri che per l’effettiva pericolosità dei friulani.
Spalletti sceglie Joao Mario (tra i migliori ieri sera) e Boja Valero a centrocampo, sulla sinistra rispolvera Keita Balde relegando Perisic inizialmente in panchina, Vrsaljko sull’esterno di destra disputa una buona prova.
Il primo tempo è a senso unico, con l’Inter che attacca costantemente costringendo l’Udinese a schiacciarsi nella propria metà campo, ma le azioni pericolose sono davvero poche, sintetizzabili nella spizzata di testa di Icardi fuori di poco (22′) e nella conclusione di Keita che impegna severamente Musso al 43′.
Nella ripresa l’Udinese parte sorprendentemente in maniera spavalda, e al 51′ si divora il vantaggio con Mandragora, che spara alto sopra la traversa da posizione favorevole. Seguono quindi una decina di minuti di sbandamento nerazzurro, che danno ulteriore coraggio ai friulani. San Siro rumoreggia, Spalletti opera i cambi: Lautaro entra per Borja, si torna al 4-2-3-1, ma c’è troppa foga da parte dell’Inter, analogamente a quanto visto in settimana col Psv.
Al 66′ Icardi si mangia un gol fatto, sprecando fuori di testa un bel cross di Keita, al 74′ la svolta della partita: Fofana tocca di mano in area, l’arbitro Abisso lascia proseguire il gioco ma poi consulta la var e assegna il calcio di rigore. Maurito trasforma con un cucchiaio dimostrando ancora una volta freddezza e personalità, caratteristiche non comuni a tutti i giocatori della rosa nerazzurra.
Nel finale l’Inter non chiude colpevolmente la partita, sprecando alcune ripartenze con l’Udinese generosamente proiettata in avanti, e così occorre soffrire fino al fischio finale, anche se Handanovic non viene mai impegnato seriamente.
Per quanto espresso ieri sera la vittoria è meritata, anche se restano da migliorare alcuni aspetti come la gestione della partita stessa e l’eccessiva foga in alcuni frangenti, a scapito della lucidità della manovra. Bene al solito i due centrali difensivi Skriniar e De Vrij, insuperabili nell’uno contro uno. Brozovic si conferma imprescindibile per questa squadra, ma è stanco e avrebbe bisogno di rifiatare. Lautaro ha grinta da vendere, ma deve essere più preciso nelle giocate.
Infine i tifosi: quattro giorni dopo la sanguinosa eliminazione dalla Champions, riempiono ugualmentelo stadio sfidando il freddo, le coreografie della Curva Nord e la partecipazione convinta di tutti i sostenitori presenti meritano unproseguimento di stagione all’altezza. Oltre a raggiungere un posto Champions in campionato, restano due coppe da giocare, le possibilità per raggiungere delle soddisfazioni non mancano.
Avanti Inter
Diego Stroppa
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