Open, Mentana e i corvi

Attualità

C’è la pessima abitudine in Italia di preferire l’osservazione dell’operato altrui per sfornare pronte critiche più del rimboccarsi le maniche. In tante parti, come Roma, tale atteggiamento ha generato un agile umorismo il cui ultimo risultato è l’appiattimento verso la mediocrità di tutto quello che potrebbe elevare le persone. Come i corvi, milioni di persone stanno appollaiate in attesa di guardare gli altri fare. Per poi riderne o criticarli. Più che persone sono carte da parati dotate di parola che, trovata una sicura magari ancorchè squallida collocazione, gonfiano le proprie gobbe e quando le svuotano il tono usato è sempre serio. O almeno presunto tale. Ci sembra che lo stesso meccanismo sia stato messo in atto da molti verso Open, il nuovo giornale per i GGiovani fondato da Enrico Mentana. Un giornalista ricco che mette capitali economici e di conoscenze in campo per creare posti di lavoro è già passato in secondo piano. Non importa se, mentre continuano a chiudere i giornali, ci sia qualcuno che invece di rifilare pipponi alla Padoa Schioppa mette soldi propri sul tavolo. Quante volte una generazione di scrocconi nell’animo ha approfittato della propria posizione e basta? Mentana mette sul piatto un quarto di milione di euro per gli stipendi e un Cairo per la raccolta pubblicitaria. C’è chi sospetta che siano stati assunti i raccomandati? Se anche fosse è solo invidia, perchè di raccomandazioni ne siamo certi ne saranno arrivare a centinaia. Lasciamo che Open prenda forma e per i corvi usiamo una pistola a salve. Così spariranno, loro e le loro rancorose esistenze.

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