A confermare le indiscrezioni della vigilia – che la davano in vantaggio sull’azienda friulana Cimolai – è stato il commissario alla ricostruzione Marco Bucci. A ricoprire il ruolo di padre nobile sarà l’archistar genovese Renzo Piano, che ha vinto il “ballottaggio” con il collega spagnolo Santiago Calatrava. Delle 22 proposte arrivate inizialmente alla struttura commissariale del sindaco di Genova, erano rimaste in due a giocarsela: da un lato il progetto firmato Salini-Impregilo insieme a Fincantieri e Italferr, dall’altro quello presentato da Cimolai. Il commissario e primo cittadino genovese avrebbe preferito una soluzione per coinvolgere insieme i due gruppi, ma non è stato possibile.
Il viadotto Morandi “non è solo di Genova o del nord Italia, è il Ponte d’Italia” e la scelta adottata individua “una soluzione funzionale, sobria e altamente simbolica. Una soluzione molto genovese, direi, senza monumentalismi né autocommiserazioni. E affidare il progetto a un altissimo rappresentante dell’architettura italiana è un grande messaggio che l’Italia dà all’estero. Credo che alla fine la scelta di Renzo Piano sia la migliore”. A parlare con Huffpost del progetto di ricostruzione del Ponte Morandi è Stefano Boeri, architetto, urbanista e presidente della Triennale di Milano.
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