La strana concezione della dignità del lavoro per i Cinque Stelle

Attualità

Il Decreto dignità creerà lavoro vero. Quota 100 creerà lavoro per i giovani. Il Reddito di Cittadinanza abolirà la povertà creando lavoro. Evviva. O no? Forse no, dopotutto. Con la chiusura del maxi emendamento, che coincide con la fine del primo mezzo anno di governo giallo-verde, un po’ di somme possiamo tirarle. E non sono edificanti per un paese che sta affondando.

Partiamo dal capolavoro della demenza assoluta, il Decreto Dignità. Credo non ci voglia molto per capire alcune cose. La prima delle quali è che gli effetti distorsivi sono stati mostruosi. Partiamo da una premessa: il lavoro precario è meglio della disoccupazione. Sempre. Un anno lavorato a contratto genera esperienza, contatti, competenze. Un anno passato in disoccupazione genera un buco nel curriculum. Quando è stato progettato questo prodigio della tecnica legislativa, si pensava ancora che l’utopia di Casaleggio, quello di poter considerare il lavoro un hobby, si sarebbe realizzata in finanziaria. Quindi si è deciso che qualche disoccupato in più era tollerabile. A condizione che i posti rimasti fossero fissi.

Il risultato è stato di perdere subito 50 mila lavori. 30 mila il round successivo. E a Gennaio rischiare che cinquantamila Cristiani restino a casa a tempo indeterminato. E tutto perché, a fare i conti, i Grillini non sono proprio bravi. Non avevano infatti calcolato che, con la guerra commerciale, la Germania sta rallentando. Ed a ruota ci stiamo fermando anche noi. Questa manovra ha creato ulteriore sfiducia nelle imprese, come dicevamo ieri. Quindi i lavoratori arrivati alla fine era più probabile che stessero a casa piuttosto che diventare tempi pieno.

Poi è arrivata la perla delle perle. Quota 100 creerà posti di lavoro perché, ovviamente, se Toni va in pensione, verrà assunto Bepi al suo posto. Questa visione marxista ed ottocentesca del lavoro è deliziosamente ingenua. E di sicuro non vale per il primo datore del Paese, che poi è anche quello che subirà di più il turn over, ovvero lo Stato. Assunzioni congelate ovunque fino a metà Novembre prossimo. Con la riforma che dovrebbe entrare in vigore a Febbraio. Ovvero sei messi con 300 mila impiegati in meno. Cosa che, vorrei essere chiaro, a me va benissimo. Ci mancherebbe. Solo che c’è una lievissima presa per i fondelli. Se non assume lo stato, perché dovrebbe farlo l’imprenditore? Soprattutto visto che la domanda interna non sarà certo frizzante. Ed anche da qui arriverà ulteriore disoccupazione.

Chiudiamo la carrellata con il reddito di cittadinanza. Qui basta notare un dettaglio: partirà entro il 31 Marzo. Entro quella data i Centri Per l’impiego dovrebbero decuplicare la loro capacità di trovare lavoro alla gente, in mezzo ad una recessione. Come, non è dato sapere. Di sicuro sappiamo che se non succederà i milioni che riceveranno le integrazioni al reddito un lavoro non lo troveranno mai, visto che non hanno alcun incentivo a cercarlo.

Tutto ciò premesso Buon Natale a tutti. E nella letterina, mi raccomando, chiedete che il governo cada. Per il bene dei vostri figli.

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