Mauro Mellini “Con l’arroganza si risponde, dimenticando un costo: il deficit Costituzionale”

Attualità

Un semplice accenno di Mattarella dopo quella che è sembrata l’uscita dallo stallo (rimanendo nella stalla) della trattativa con l’Europa, quello alla necessità di rispettare la Costituzione.
Non direi, anzitutto, che sia stato il classico chiudere la stalla dopo che sono fuggiti i buoi.
E ciò per il semplice fatto che di buoi da far fuggire ce ne sono e ce ne saranno. Specie se la chiusura della stalla continuerà ad essere gestita con la stessa rassegnazione con la quale il Professore di Diritto Parlamentare Mattarella ha fin qui esercitato il suo compito di “guardiano della Costituzione”.
Alle stravaganze della procedura per la costituzione di questo disgraziato Governo, se ne sono aggiunte altre e gravi con il modo in cui è stata trattata la questione del deficit di bilancio, in cui il Parlamento ha fatto la parte dello spettatore, informato dai giornali del procedere della demolizione di quanto già dal Parlamento stesso sciaguratamente deliberato.
Stato di necessità, si dirà. Ma uno stato di necessità creato dall’esigenza delle marionette dei partiti di governo di farsi belli delle loro smargiassate, del loro “ce ne fottiamo” (dell’Europa). E che non potendo resistere, poi, su quel fronte, fottendosene della Costituzione e di tutte le prassi parlamentari hanno finito per farsi dettare i termini della “manovra” dai funzionari europei.
Se Renzi sfidò il Paese, la democrazia, il buon senso scodellando con arroganza una riforma costituzionale ridicola nelle sue complicazioni, i Dioscuri giallo-verdi hanno, intanto, varato (non senza avvalersi di esperienze precedenti) il principio: “delle regole ce ne fottiamo”.
E’ la riforma più consona alla loro ignoranza. Alla quale rende omaggio la scienza del Diritto Parlamentare in nome dello “stato di necessità”.
Stato di necessità costituito e determinato, lo ripetiamo, da chi si fa un dovere di dimostrarsi arrogante e villano, mentre esercita il “diritto” ad una grande e stucchevole ignoranza.
Vorremmo fare anche a questa gente gli Auguri. Ma troppo forte è l’impulso ad augurar loro solo di togliersi al più presto dai nostri piedi.
Mauro Mellini.

 Gregorio De Falco, capofila a Palazzo Madama dei dissidenti M5s, ieri non ha votato la manovra criticando il “metodo e il modo” con cui è arrivata al Senato, a domanda di Huff.Post risponde.

Lei ha votato con le opposizioni quando è stato chiesto di avere più tempo per discutere la manovra.

“Infatti, non ho capito bene perché non abbiamo dato corso alle richieste di alcuni per dare corrispondenza a quanto prevede la Costituzione lavorando anche oggi, domani. Da parte del governo c’è stato un atteggiamento sbagliato e non rispettoso dei dettami costituzionali e del buonsenso”.

Milano Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.