La condivisione di una gioia ne moltiplica i frutti,
la condivisione della sofferenza ne divide il dolore.
Tony Nevoso
C’era una volta, ai confini della terra dove le montagne toccano le nuvole, un regno poverissimo e un po’ abbandonato. Anche il re era povero e viveva dei prodotti che i sudditi ogni mattina portavano al castello: frutta, verdura, latte, uova e formaggio. Ma il re era saggio e buono e insegnava a tutti a volersi bene. Non esistevano le prigioni perché chi sbagliava, semplicemente lavorava per un po’ di tempo il doppio degli altri, coltivando la terra o aiutando il fabbro e il falegname del piccolo regno.
Gli animali venivano rispettati e amati e, da parte loro, aiutavano come potevano la gente nello svolgimento dei lavori quotidiani. La regina madre cantava molto bene ed era la Maestra del coro che, nelle lunghe serate estive, si esibiva nella piazza per rallegrare tutti gli abitanti.
La principessa dipingeva i fiori su tavole di legno preparate da Mastro Leo. Tutti, insomma, erano operosi e sereni.
Un bel giorno venne in visita un mercante su una carrozza dipinta di rosso per vendere giocattoli e palloncini di tutti i colori. I bambini impazzirono di gioia, ma i genitori si guardarono l’un l’altro con tristezza perché nessuno aveva i soldi per comprare qualcosa.
Il mercante era sbalordito perché non si era mai visto un regno così bello: un regno bellissimo dove le montagne, al tramonto, prendevano il colore del cielo e le case erano tutte uguali, pulite, ordinate, di un bel color rosa e il re era più povero del popolo e la gente sorrideva gentile e serena.
Il re lo invitò al castello e propose un patto: “Donaci i giocattoli che hai portato e ritorna a Natale con la tua famiglia e i tuoi amici e noi vi regaleremo una giornata da ricordare, una giornata da fiaba.”
Il mercante dimenticò per un attimo di essere un mercante e accettò il patto pensando: “Ho due bambini piccoli e saranno felici di vivere un Natale diverso “.
La principessina Noemi regalò due piccoli quadri di gelsomini e papaveri e il mercante, accompagnato da una folla riconoscente e festante, ritornò al suo paese.
Si avvicinava il Natale: il re radunò tutta la sua gente nella piazza principale e invitò tutti a partecipare alla preparazione della grande festa. Anche gli animali del bosco erano presenti: ognuno avrebbe fatto la sua parte perché c’era bisogno del contributo di tutti per la buona riuscita dell’evento. Esistevano però molti problemi. Il re pensava e pensava tutti i giorni, tutti i momenti come addobbare le case, come illuminare le strade, come far funzionare la vecchia ruota all’ingresso del paese, come rinnovare le insegne, come preparare in modo dignitoso e originale una bella tavolata per gli ospiti?
Ma gli animali del bosco, a sua insaputa, avevano promosso una riunione e si erano dati dei compiti ben precisi: le lucciole a gruppi ordinati, con la loro luce ad intermittenza promisero di illuminare le strade e le case e un grande striscione all’ingresso del regno; i fiori promisero di donare qualche petalo per fare i colori più brillanti e permettere agli gnomi di ridipingere la grande ruota, gli scoiattoli, con le loro code promisero di farla girare vorticosamente per i giochi dei bambini; i millepiedi di portare tutte le zolle di terra necessarie per costruire una grande aiuola su cui sedersi comodamente e mangiare alla grande tavola costruita dai tre falegnami più bravi del regno. Le capinere e gli usignoli, dopo qualche bisticcio decisero come accompagnare il coro della regina. I ragazzi, aiutati dalle scimmiette allestirono molti festoni di foglie secche e le ragazzeintrecciarono ghirlande di fili colorati per decorare le case. Le donne in cucina fecero miracoli e prepararono cento tipi di pasta asciutta, tante varietà di formaggi e le verdure si trasformarono in tortini profumati e gustosi. I dolci vennero decorati con pinoli, uvetta e coriandoli dolci e gli uccelli regalarono una piuma per indicare il posto ai commensali. Il re era commosso: la generosità del suo popolo era davvero speciale. La collaborazione di tutti aveva creato il miracolo. E cosi il mercante, quando arrivò con la famiglia e gli amici, rimase davvero incantato: il paese sembrava sospeso in un’atmosfera magica, pieno di colori e di luci, festoso ed accogliente. Mangiò prelibatezze mai gustate, ascoltò un canto con una musica singolare e suggestiva. Disse al re: “Mi hai regalato davvero un Natale unico e meraviglioso. Andando per il mondo per il mio lavoro, parlerò di questo paese così minuscolo, ma così grande nel cuore.” E fu così che ben presto molti visitatori incuriositi arrivarono in quel paese per sentire il profumo del cuore dei suoi abitanti e ripartire contenti.
Nene Ferrandi (C’era una volta la fiaba dei nonni)

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano