Da due anni e mezzo fa Marcello Bruzzese aveva chiesto di uscire, con la sua famiglia, dal sistema di protezione di cui godeva dal 2008, in quanto fratello del pentito di ‘ndrangheta Biagio Girolamo. Lo ha rivelato il ministro dell’Interno Matteo Salviniarrivato a Pesaro per presiedere un Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in prefettura dopo l’agguato di Natale al 51enne calabrese, crivellato di colpi da due killer in via Bovio a Pesaro, dove viveva da circa 3 anni con la famiglia.
Si trattava di una protezione meramente economica (Bruzzese
riceveva uno stipendio dal ministero dell’Interno) e robabilmente c’erano, tra gli altri elementi, anche questioni
economiche di uscita a rallentare la pratica di revoca. L’ordine
per l’esecuzione potrebbe essere venuto dalla Calabra:
un’ipotesi credibile per la Dda di Reggio Calabria, che è in
stretto contatto con la Dda di Ancona e con la Procura della
Repubblica di Pesaro. Del resto, secondo lo stesso Salvini, “la
‘ndrangheta non è un problema calabrese, ma europeo”, che tiene impegnata le forze di polizia di diversi Paesi e a cui “stiamo
dedicando la nostra assoluta attenzione”.
riceveva uno stipendio dal ministero dell’Interno) e robabilmente c’erano, tra gli altri elementi, anche questioni
economiche di uscita a rallentare la pratica di revoca. L’ordine
per l’esecuzione potrebbe essere venuto dalla Calabra:
un’ipotesi credibile per la Dda di Reggio Calabria, che è in
stretto contatto con la Dda di Ancona e con la Procura della
Repubblica di Pesaro. Del resto, secondo lo stesso Salvini, “la
‘ndrangheta non è un problema calabrese, ma europeo”, che tiene impegnata le forze di polizia di diversi Paesi e a cui “stiamo
dedicando la nostra assoluta attenzione”.
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