Carlo Carrà a Palazzo Reale fino al 2 febbraio

Cultura e spettacolo

A Palazzo Reale, fino al 2 febbraio, una straordinaria mostra dedicata a Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966) uno dei più grandi maestri del Novecento, protagonista indiscusso dell’arte italiana e della pittura moderna europea. Si tratta della più ampia rassegna antologica mai realizzata sul maestro del ‘900, un’occasione irripetibile che vede riunite circa 130 opere, provenienti delle più grandi collezioni del mondo, come lo State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, l’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, la Kunsthaus di Zurigo, la Yale University Art Gallery, la National Gallery di Praga, il Museum of Fine Arts di Budapest e i Musei Vaticani, la Pinacoteca di Brera, il MART di Rovereto, il Museo del 900 di Milano, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e da collezioni pubbliche e private, grazie anche alla preziosa collaborazione degli eredi della famiglia, in particolare del nipote Luca Carrà.

La mostra, quasi un ritorno a casa per Carrà che scelse di vivere a Milano in via Vivaio, ripercorre l’intera carriera, iniziando dal periodo divisionista fino alle opere Futuriste e Metafisiche, dai dipinti ascrivibili ai “valori plastici”, fino ai paesaggi e alle nature morte, comprese le composizioni degli anni Trenta. Carrà inizia giovanissimo l’attività di decoratore e nel 1906 si iscrive all’Accademia di Brera, studiando con Cesare Tallone. Le opere di questo periodo rivelano l’influenza dei divisionisti come Segantini e Previati. Nel 1917 con Giorgio De Chirico e Filippo De Pisis definisce i principi teorici della Metafisica. Erede della tradizione ottocentesca, i suoi dipinti regalano un’atmosfera senza tempo, un universo pittorico originale dove l’ispirazione deriva dalla natura, ma è nutrita dalla malinconia e dalla memoria.

130 sono le opere esposte suddivise in sette sezioni: Tra Divisionismo e Futurismo; Primitivismo; Metafisica; Ritorno alla natura; Centralità della figura; Gli ultimi anni; Ritratti; così la mostra cerca di scandire le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura dai primi lavori databili all’anno 1900 fino ai suoi ultimi risalenti agli anni Sessanta: la ricchezza dei quadri, i documenti,  le fotografie, alcune lettere e un filmato girato dal grande architetto Piero Portaluppi, consentono di comprendere la complessità di questo grande artista.

Carrà, che dipinse fino agli ultimi giorni della sua vita, è stato artista irrequieto, spesso in viaggio a Parigi e Londra. Protagonista del suo tempo, svolse anche un’intensa attività critica sulle riviste di tendenza dell’epoca come “La Voce”, “Lacerba” e “L’ Ambrosiano”. A Milano, insieme con Marinetti e altri artisti, diede vita al Movimento Futurista: la mostra evidenzia il passaggio da una prima pittura divisionista a quella futurista. Protagonista dei suoi quadri è la vita quotidiana nel suo svolgersi: la gente che esce dai teatri, il grande movimento dei tram, il sorprendente e nuovo sfavillio delle luci: tutto quello che rappresenta la modernità e la vivacità di Milano all’inizio del ‘secolo breve’. Poi la svolta improvvisa: dopo il turbinio della vta moderna, la quiete con le marine liguri, quelle di Forte dei Marmi e di Venezia. Un’intensa ma delicata pittura paesaggistica che prelude alla stagione metafisica, a seguito dell’incontro con Giorgio De Chirico e il fratello Alberto Savinio. L’architettura delle forme domina ogni lavoro: il ritorno alla natura lascia spazio alla rappresentazione dei corpi e all’analisi dei loro volumi nello spazio.

Info mostra  199.15.11.21 – www.palazzorealemilano.it

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