L’Inter vince 1-0 ad Empoli in un Castellani col settore ospiti vuoto a seguito dei fatti incresciosi e sconcertanti di Santo Stefano, che hanno evidenziato lo specchio di questo paese fatto di odio, razzismo e ignoranza allo stato puro.
Si è detto e scritto di tutto, retorica, luoghi comunie frasi fatte hanno spopolato sui social network, col risultato di aver smarrito l’orizzonte e la lucidità necessarie per riconoscere il nesso tangibile tra i fatti capitati e l’atteggiamento culturale di persone che non si prendono mai la responsabilità di niente, forti dell’impunità dei loro gesti.
Mi fermo qui, è ora di scrivere di calcio.
Con la vittoria di ieri l’Inter chiude il girone di andata terza a trentanove punti, a cinque punti dal Napoli secondo in classifica e col rassicurante margine di sette punti sul quarto posto della Lazio. È un risultato di metà anno tutto sommato in linea con gli obiettivi prefissati dalla proprietà, anche se l’iniziale appellativo di anti-Juve attribuitole da stampa e televisioni ad inizio campionato lascia un sapore agrodolce ai tifosi, che auspicavano un divario non così siderale dai bianconeri, egemoni del campionato da otto stagioni consecutive.
Questa in corso è in ogni caso per l’Inter un’annata di consolidamento, durante la quale si è disputata nuovamente la Champions dopo sette anni di purgatorio, ma allo stesso tempo l’eliminazione dalla stessa ha lasciato l’amaro in bocca a tutto l’ambiente nerazzurro e tra i tifosi, perpetuando la frustrazione di aver fallito il primo obiettivo. Resta comunque un prezioso piazzamento Champions da raggiungere, Europa League e Coppa Italia da provare a vincere.
La partita: primo tempo bloccato, noioso, anzi brutto. L’Inter gioca sotto ritmo e non si rende quasi mai pericolosa tranne che in un’occasione, adeguandosi alla lentezza dell’Empoli, dimenticandosi della superiorità tecnica che dovrebbe fare la differenza.
Vrsaljiko non spinge, Borja palleggia bene ma troppo lentamente, Icardi ripiega per partecipare alla manovra ma resta troppo lontano dalla porta. Qualcuno di quelli che lo rimbrottavano di non giocare con la squadra ora avranno da dire che non è più incisivo in area avversaria, c’è da scommetterci.
Nel secondo tempo, dopo un inizio sulla falsariga inconsistente del primo, l’Inter alza il baricentro della propria azione e prende il controllo della partita. Spalletti opera i cambi, inserendo il reintegrato Nainggolan e Lautaro Martinez, l’Inter aumenta la spinta propulsiva e di conseguenza la pericolosità, fino a trovare la stoccata vincente di Keita Balde, che colpisce al volo e trova il pertugio giusto in mezzo alla difesa empolese.
Gli spazi si amplificano, l’Inter ha ripetutamente la possibilità di chiudere la gara con Keita, Lautaro Martinez e Icardi, ma fallisce le occasioni e come d’abitudine il risultato resta pericolosamente in bilico fino alla fine, benché non arrivino pericoli seri per Handanovic. Finisce con una vittoria che blinda il terzo posto, e permette di chiudere l’anno decentemente.
L’assenza di Brozovicieri si è fatta sentire, benché il croato nelle ultime avesse palesato un po’ di stanchezza, ma il playmaker nerazzurro resta imprescindibile per questa squadra.
L’Inter di oggi assomma un discreto (non ottimo) livello qualitativo a una buona sinergia tra i reparti, ma ad eccezione di Brozovic, manca di veri fuoriclasse a centrocampo, col risultato che la manovra è spesso priva di giocate imprevedibili e diventa facilmente leggibile dagli avversari.
Ora stop al campionato fino al 19 Gennaio, quando si riprenderà col Sassuolo a San Siro per la prima giornata del girone di ritorno, a porte chiuse come noto.
Buon Anno a tutti
DiegoStroppa
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