Inutile l’arroganza violenta in politica. In Europa e in Italia

Attualità

“Se la decisione di assecondare in parte le richieste della Commissione Europea portando il rapporto fra Pil e deficit al 2,04 per cento, e non al 2 tondo, voleva far indignare le opposizioni, il governo è pienamente riuscito nel suo scopo. Anche perché fare arrabbiare gli avversari e distoglierli dalla faticosa creazione di una alternativa credibile finora ha sempre portato vantaggi alle forze di questo governo. D’altronde, le opposizioni continuano ad indignarsi nel modo più prevedibile possibile, e controproducente per loro. Dire che con quei quattro centesimi si sta prendendo in giro gli italiani per la vaga assonanza che essi hanno con i quattro decimi della prima bozza della manovra, significa in sostanza far capire loro di averne un basso concetto, di considerarli tutti tonti e prendibili facilmente per i fondelli.
Una ennesima manifestazione di “superiorità morale”: per gli italiani imperdonabile! Casomai ad essere presa in giro, per la sfrontatezza del gesto, che ha un sapore dadaista, è proprio la Commissione di Bruxelles: quello 0,4 suona infatti come un imperituro monito di quel che si voleva fare (lasciamo stare in che modo quelle risorse sarebbero poi state spese) e che la situazione in atto non ha permesso ad un Paese come l’Italia di fare senza scottarsi. Uno sfottò forse, ma il cui senso è facilmente intuibile dall’elettorato.
Intanto, il risultato politico dell’inconcludente ambaradan di questi mesi è stato già stato portato a casa e capitalizzato: quel che ne esce fuori è, da una parte, una Europa arcigna e severa, che fa la voce grossa coi deboli ed è inerme coi forti, dall’altra, un Paese che è lasciato solo ad affrontare le emergenze. La Commissione, probabilmente, aprirà ora all’Italia, avendo in questo momento così tanti e pesanti fronti aperti da non potersene permettere un altro a pochi mesi dalla scadenza. Aver fatto la voce grossa proprio ora non è stato del tutto inutile o da sprovveduti.
Resta però il più grosso handicap di questa politica del negoziato non accondiscendente, del pugno sferrato sul tavolo e poi in parte ritirato: c’è chi può permettersela fino in fondo, ad esempio uno come Trump che ha una forza militare, economica e politica gigantesca alle spalle, e chi invece deve andarci molto più cauto.
Il fatto è che si può essere “sovranisti” quanto si vuole, ma un sistema di alleanze internazionali bisogna crearselo se non si vuole restare isolati e continuare a non contare. Forse occorrerebbe ripartire da qui, anche per poter contribuire da questa via a ricostruire lo spazio europeo con uno spirito e una filosofia diversi da quelli che hanno portato alla crisi attuale”.

Fondazione Einaudi onlus

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