La grande incognita a Cinque Stelle sulle Euopee

Attualità

Con le espulsioni di inizio anno e l’abolizione del divieto del terzo mandato i Grillini si preparano al futuro elettorale. Obiettivo: non farsi mangiare da Salvini. La questione è estremamente complessa e si dipana su tre piani: l’identità, la strategia di breve termine e la scelta di governo. Al momento il grande problema è e resta il reddito di cittadinanza. Di ora in ora, di indiscrezione in indiscrezione quello che sta emergendo è la volontà di privilegiare la data di entrata in vigore su tutto il resto: buonsenso ed efficacia compresi. Questo ci dà un indizio fondamentale. L’orizzonte temporale è Maggio. Oltre c’è il baratro. Ma come siamo arrivati a questo punto?

In principio era il partito a vocazione maggioritaria. I Cinque Stelle non si alleano, non si federano, non fanno accordi e governeranno solo col 51%. Questo, ovviamente, prima. Prima che si rendessero conto che, dopotutto, gli Italiani hanno molti difetti ma non sono scemi. Il 51 non glielo avrebbero mai dato. Il secondo pilastro era: né di destra né di sinistra. Anche qui, era facile non esserlo all’opposizione, prendendo tutte le battaglie più redditizie, ma poi è arrivato il 4 Marzo. Oggi ci sono Fico e Di Maio. Quindi i Grillini sono di destra E di sinistra. Uniti solo dall’inerzia. E sempre meno vista la valanga di espulsioni. Quindi, domani, dovranno decidere. E qualsiasi cosa decideranno di essere, sarà la fine. A Maggio, quindi, andrà in scena un dramma nelle urne:in che direzione tradiranno le loro radici?

In base a questa decisione, immagino decideranno cosa faranno domani. Non fra un anno, né tanto meno fra dieci. La domanda cruciale è, e resta, quando staccare la spina. La Lega non ha convenienza alcuna a farlo. Checché se ne dica, nelle due occasioni in cui poteva strappare, il linciaggio mediatico ha sempre fatto tornare a casa Matteo. Questo significa che la pugnalata la tireranno i Grillini. Già, ma quando? Monetizzeranno un rifiuto leghista ad un reddito di cittadinanza puramente assistenzialista? Aspetteranno un casus belli post Europee? Non è dato sapere. Molto dipende dal rapporto tra Di Maio e DI Battista. E da quanto Grillo forzerà la mano. Perché, al momento, la schifezza che sta prendendo forma darà pochi soldi a poche famiglie Italiane. Risultando indigesto a tutti. E rompere su di esso potrebbe portare l’assist necessario a Dibba per far riprendere qualche punto nei sondaggi e poi nelle urne.

Infine, il problema di lungo periodo: i Cinque Stelle sono compatibili col governo? Perché se non lo fossero si potrebbe tornare alla fesseria del 51, assestarsi sul 25 stabile e fare opposizione per sempre, governando di tanto in tanto qualche città o qualche Regione. Come il PCI. Se passasse invece la linea di Di Maio, allora la Lega sarebbe l’unico partner possibile. È una comunanza non solo e non tanto di programmi, ma di elettorato. Tutto ciò che eccede il 10% di Salvini non vuole il centrodestra. Vuole l’Apocalisse zombie. E spinge verso Grillo. Prima ne prenderemo atto tutti, meglio sarà per noi. Noi come centrodestra. Noi come Italia che produce. Noi come testardi sopravvissuti all’apocalisse.

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