Milano 05 gennaio – È stato sentito per oltre tre ore a San Vittore Luca Da Ros, uno dei quattro arrestati per rissa e lesioni nell’inchiesta sugli scontri tra ultrà del 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli, durante i quali è stato investito e ucciso Daniele Belardinelli, 39enne capo ultrà del Varese gemellato con l’Inter. Per il giovane adesso si avvicina la scarcerazione: i pm hanno aderito agli arresti domiciliari, la decisione spetta al Gip Guido Salvini.
ULTERIORI DETTAGLI della Gazzetta dello Sport— Da Ros, 21 anni, membro del gruppo “Boys” della curva interista, ha già collaborato davanti al gip Guido Salvini nei giorni scorsi e oggi, davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella e ai pm Michela Bordieri e Rosaria Stagnaro, ha fornito ulteriori particolari utili alle indagini, confermando le accuse contro Marco Piovella, detto il Rosso, indicato come la mente dell’agguato di Santo Stefano. “Il nostro capo, quello che ha in mano la curva, si chiama ‘il Rosso’, è lui che sposta la gente, è lui che decide”, aveva messo a verbale nei giorni scorsi l’ultrà dell’Inter. Stavolta, come confermato dal suo avvocato Alberto Tucci, “ha ribadito quello che aveva già detto su Piovella”. Senza però fare i nomi di altri capi della Curva Nord nerazzurra: “Luca è troppo giovane, la curva funziona come una camera stagna e Da Ros non conosce determinati nomi”.
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