Istat. Pressione fiscale sale al 40,4% nel terzo trimestre

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Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente

Istat, frenata dei prezzi: il tasso di inflazione scende a 1,1% a dicembre Istat: a dicembre cala fiducia di consumatori e imprese Inflazione, Istat rivede stime al ribasso: a novembre +1,6% anno Istat, il pil pro capite del Sud più basso del 45 per cento rispetto al Nord 07 gennaio 2019

Nel terzo trimestre del 2018 la pressione fiscale è stata pari al 40,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva l’Istat.  Salgono reddito famiglie e consumi Nel terzo trimestre del 2018 salgono il reddito delle famiglie e i consumi mentre cala il potere d’acquisto. Lo rileva l’Istat. In termini nominali, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. La quota dei profitti sul valore aggiunto delle società non finanziarie, pari al 41,4%, è diminuita di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è aumentato di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Deficit/Pil ha registrato un “miglioramento marginale” all1,7% dall’1,8% Il deficit sul Pil nel terzo trimestre del 2018 ha regisrato “un miglioramento marginale” all’1,7%, dall’1,8% dello stesso periodo del 2017, perché “l’aumento dell’avanzo primario è stato quasi completamente bilanciato dalla crescita della spesa per interessi”. Lo rileva l’Istat, spiegando che l’impennata dello spread tra luglio e settembre dello scorso anno è pesata per circa 1,7 miliardi di costi aggiuntivi sui conti dello Stato rispetto al terzo trimestre 2017

Dati ISTAT

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