L’Italia ci prova a limitare il gioco d’azzardo online, ma l’Europa le mette i bastoni tra le ruote. A sancirlo un’ultimo caso in tribunale, dove una donna si è vista assolvere perchè le norme italiane proibiscono certe pratiche, soprattutto legate all’online, ma non quelle europee. Assolvendo una donna dall’accusa di gestione abusiva di un centro scommesse on-line, il giudice monocratico del Tribunale di Marsala Leonardo Bruno Vivona ha stabilito che le norme comunitarie in materia prevalgono su quelle nazionali. Il giudice ha sentenziato così, accogliendo le argomentazioni dell’avvocato difensore Giovanni Galfano, nel processo che vedeva imputata Caterina Maria Vinci, di 29 anni, titolare nel 2015 dell’agenzia di scommesse on-line “Starbet Sport” di via di Istria, a Marsala. Secondo l’accusa, la donna avrebbe gestito il centro scommesse senza le necessarie autorizzazioni previste dall’articolo 88 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Il fatto contestato fu accertato dalla polizia il 30 novembre 2015. Ma nel processo, l’avvocato difensore ha sostenuto, con successo, la “assoluta illegittimità ed incompatibilità della normativa italiana incriminatrice”. Ma se l’Europa è quella del gioco d’azzardo, vale davvero la pena di restarci?
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