Una piccola bimba. Sembrava avesse rubato il sole e il sorriso del mondo. Perché era viva, chissà fino a quando. Rylei era nata alla vigilia di Natale per annunciare una festa. E’ morta la sera di Capodanno per donare la vita. Una storia che riconcilia l’uomo con i valori di sempre, con la generosità disinteressata eppure così qualunque nell’uomo qualunque. Racconta con semplicità la madre a Il Giornale “Durante tutta la gravidanza abbiamo fatto le stesse cose che fanno tutti i genitori. Sapevo che dovevo esser felice per lei e ce l’ho messa tutta visto che il tempo da condividere era poco. La prima volta che mi ha dato un calcio è stato incredibile, io non sapevo se questa malformazione l’avrebbe fatta muovere, invece non è mai stata ferma per tutto il tempo. Ho scoperto che alla bambina piacevano i Fleetwood Mac e glieli facevo ascoltare sempre. Man mano che andavo avanti con la gravidanza lei si muoveva sempre di più e potevo vedere i suoi piedini sulla mia pancia. Ho avuto nove mesi per innamorarmi di lei, ma niente in confronto alla prima volta che l’ho tenuta tra le mie braccia. Era una bambina perfetta e quando la guardavo non trovavo niente di sbagliato”. Ma quella gravidanza è stato il gesto eroico di genitori che, pur sapendo che la figlia era condannata, hanno scelto di farla nascere per poter donare cuore e polmoni a due bimbi malati. Il papà ha spiegato “portare a termine la gravidanza avrebbe dato ad altri bambini la possibilità di avere gli organi di loro figlia, dando ad altri genitori la gioia di veder vivere i loro figli”
Anna Ferrari
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