Prof. Beltrami Gadola “Il nuovo Pgt? Dove l’analisi dei bisogni?”

Milano

L’inerzia, la volontà visionaria, la sicurezza di appartenere ad un’èlite politicamente corretta, la vivacità di un’intelligenza unidirezionale, fanno del personaggio Sala un tribuno di spavalderia. Si sente un Sindaco che farà la Storia, ma produrrà la lungimiranza operativa di Albertini e Moratti che conoscevano Milano e le sue priorità. Sbuffare, evidenziare un pensare senza costrutto, immaginare riqualificazioni a gògò, scaricare i problemi non sono solo la litania dell’opposizione, ma una carenza che negli urbanisti di sinistra intellettualmente onesti e specializzati viene notata.

“Venendo all’attualità. In questi giorni si sta procedendo alla stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio, partendo da che cosa? Con quali “coerenze” rispetto a cosa? A un piano strategico che non c’è? La domanda non è oziosa perché la coerenza dimostrata e dimostrabile tra piano strategico di attuazione di un programma e azione amministrativa è il salvacondotto che le élite hanno per una loro legittimazione: le élite e dunque anche gli amministratori locali. Oggi di tutto questo non c’è traccia.” Parla il già docente di Urbanistica a Politecnico Luca Beltrami Gadola sulla rivista specializzata Arcipelago. Per incoerenza di un fare che è sognato, ma non corrisponde ad un programma che tenga conto del reale. Sottolinea ancora il prof. Beltrani Gadola “Tra tutti i documenti sinora prodotti da Comune, Sindaco e Giunta che in qualche modo, anche solo nel titolo, contengano il termine “strategico”, non sono riuscito a trovarne uno che facesse riferimento alla “analisi dei bisogni”, nemmeno nell’ultimo MILANO 2030 IDEE PER LA CITTÀ CHE CAMBIA, documento che tra l’altro è del giugno del 2018 e che dunque arriva in pratica a metà mandato e che difficilmente inciderà nell’arco di tempo di questa Giunta. L’analisi dei bisogni è un’attività ormai oggetto di ampia bibliografia che ne definisce le funzioni, le capacità, le potenzialità ma sopratutto le procedure per la sua redazione. Di tutto questo nessuna traccia oggi.”  Giustamente un’analisi penetra nelle reali necessità e contraddizioni di una città, ma la conoscenza di alcune zone è per il Sindaco ancora un sentito dire. Chiude l’architetto “Forse la road map che ho descritto è utopia perché i primi a non volere una vera analisi dei bisogni sono proprio gli estensori di un piano strategico che potrebbero veder smentite alcune loro “passioni” elettorali come la riapertura dei Navigli. Quest’ultima è una passione, un’utopia? Un errore? Peggio: una stupidità sul piano politico/elettorale. Non mi stancherò mai di ripeterlo.”

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