Davanti la Stazione Centrale non é cambiato nulla

Fabrizio c'è Milano

Due giorni fa ‘Striscia La Notizia’ ha mandato in onda un filmato sulla umanità davanti la Stazione Centrale. Mentre l’inviato Brumotti si esercitava con la bici, decine di pusher centroafricani e magherbini proseguivano alla luce del sole a spacciare cocaina e marjuana.

Quando l’inviato di Striscia ha provato a dire qualcosa la reazione degli spaccciatori è stata brusca: ” Noi siamo qui a lavorare non rompere….” In pratica da anni gli spacciatori agiscono indisturbati davanti la principale stazione di accesso in città, molestando passanti e turisti appena giunti a Milano. Tutti sanno, nessuno agisce per rispettare la legalità.

La spavalderia e l’arroganza con cui agiscono fa capire che conoscono bene l’impotenza dei nostri controlli e della nostra giustizia. Sono tutti migranti o in attesa  di giudizio sullo status di rifugiati, oppure già formalmente con foglio di via ma non allontanati.

Il Sindaco, sempre pronto a prendersi i meriti delle eccellenze cittadine, si comporta come se Piazza duca d’Aosta non lo riguardasse. In passato Sala si era molto arrabiato di non essere stato informato di un blitz delle forze dell’ordine (purtroppo l’unico), poi aveva detto di attendersi un miglioramento grazie alle nuove aiuole pagate dagli sponsor: beata ingenuità, visto che le aiuole servono oramai da deposito stupefacenti.

Addirittura l’ex Assessore Rozza aveva lanciato una sua ricetta: spostare la movida in Piazza Duca d’Aosta. Come al solito sono rimaste  chiacchere al vento.  Però la piazza è sempre  il peggior biglietto da visita per chi arriva  col treno a Milano.

Quindi Sala anziché lamentarsi del decreto Sicurezza dovrebbe chiedere alle forze dell’ordine di applicarlo.  Davanti la stazione girano infatti un centinaio di migranti ormai stabilmente arruolati come spacciatori. Dunque andrebbero identificati e avviati alla espulsione. Naturalmente per sortire effetti queste operazioni andrebbero effettuate a ripetizione. Ci vuole però la volontà politica.

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