Stefano Parisi “Il reddito di cittadinanza porta voti alle europee, ma non vince il problema della povertà”

Attualità

E’ sbagliato pensare che chi si oppone al reddito di cittadinanza sottovaluti il problema della povertà. Non so la sinistra di cosa si occupi e come se ne occupi. E’ vero che Renzi ha vinto le elezioni con gli 80 euro ma ha aumentato il deficit, sottratto risorse ai comuni costringendo i sindaci ad aumentare le tasse, non ha creato un posto di lavoro in più e alla fine ha perso le elezioni. Il Reddito di cittadinanza del Governo Lega-5 Stelle farà vincere le elezioni ai partiti di Governo ma è sbagliato perché non risolve il problema della povertà, aumenta la spesa corrente sottraendo risorse agli investimenti, aumenta il deficit, aumenterà una costosa, inefficiente e inutile burocrazia (Centri per l’impiego) nel tentativo di contrastare gli abusi (ci si affida anche alla delazione del vicino di casa), e soprattutto alimenterà la rassegnazione di chi non trova lavoro e mai lo troverà. Per ridurre la povertà, innanzitutto serve sviluppo. Senza nuovo lavoro non funzionano misure di sostegno al reddito vincolate all’accettazione dell’offerta di lavoro da parte del benificiario. All’interno di una strategia di sostegno alla crescita (investimenti, riduzione della pressione fiscale conseguente al taglio della spesa pubblica inefficiente, semplificazione burocratica e certezza del diritto, cioè l’opposto di quello che il Governo sta facendo), si devono introdurre misure di sostegno temporaneo al reddito che servano a far uscire le persone dalla situazione di povertà. Cioè lo Stato deve dare un sostegno economico in proporzione alla capacità di reddito del singolo e o della famiglia, per incentivare le persone a darsi da fare e superare la soglia di povertà nel tempo più rapido possibile. Si chiama tassazione negativa ed è, unitamente a politiche per la crescita, l’unico modo efficiente per combattere la povertà. Non rendendo tutti più poveri e lavorando di meno come Lega e 5 Stelle vorrebbero, ma lavorando tutti di più creando occupazione e benessere. Rimettendo in moto l’ascensore sociale.

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