Viadotto tangenziale Ovest di Milano, in condizioni precarie per 4 anni: “Poteva crollare”

Milano

Nonostante la segnalazione degli ingegneri di Milano Serravalle fosse stata fatta già nel 2014, come riporta il Corriere della Sera,  i lavori di manutenzione sul viadotto della tangenziale Ovest di Milano sono stati effettuati solo nel dicembre 2018. Alle contestazioni per  “gravi negligenze” il dg Paolo Besozzi replica: “Un pretesto per licenziarmi”.

Ma a quanto pare per quattro anni un viadotto all’altezza di Rho sulla suddetta tangenziale è stato in condizioni precarie, con strutture portanti in “stato di compromissione”, già dal 2014 secondo la segnalazione degli ingegneri della Milano Serravalle Engineering, l’azienda di progettazione del gruppo Milano Serravalle–Milano Tangenziali che gestisce tangenziali e autostrada A7, e chiamata a valutare le condizioni del viadotto. Ciononostante i lavori di ristrutturazione sarebbero stati disposti nel 2017, e cominciati solo quattro mesi dopo il crollo del ponte di Genova,  nel dicembre 2018 , con  riapertura il 7 gennaio scorso. La società Milano Serravalle ha poi avviato un’azione disciplinare nei confronti del proprio direttore generale, Paolo Besozzi, quella che lui definisce una ritorsione, solo un pretesto per licenziarlo.

Gli ingegneri della Milano Serravalle Engineering il 20 ottobre 2014 avevano inviato una lettera alla Milano Serravalle–Milano Tangenziali sollecitando “interventi di somma urgenza” necessari per “mantenere il viadotto in esercizio di sicurezza”, perché “risulta evidente” che “non ci sia più la capacità” di “garantire le prestazioni a cui dovrebbe assolvere”. Si arriverà però fino al 2017 senza che nessuna decisione venga presa sul viadotto fino all’ingresso in quello stesso anno di Paolo Besozzi come nuovo direttore generale della  Milano Serravalle–Milano Tangenziali. Besozzi però non ritenne di intervenire con la rapidità sollecitata addirittura tre anni prima, secondo la “contestazione disciplinare” con la quale il 27 dicembre 2018 Andrea Mentasti, l’amministratore delegato della società, imputa a Besozzi “gravi negligenze, imperizia e colpevole inerzia che avrebbero potuto portare a gravissime conseguenze per l’utenza di quel tratto autostradale”.

Nel frattempo, dopo il crollo del ponte Morandi, il ministero delle infrastrutture aveva chiesto alle concessionarie autostradali un controllo dei ponti e deiviadotti di loro competenza, ma Besozzi, secondo quanto riportato dal Corriere, aveva rassicurato i vertici dell’azienda che “nessuno dei manufatti presenta criticità strutturali tali da richiedere immediati lavori di messa in sicurezza”.  I tecnici avevano però ribadito la “necessità e urgenza” di “garantire la massima sicurezza della struttura e dell’utenza”, chiedendo di  chiudere al traffico il viadotto, cosa avvenuta il 10 dicembre 2018, con riapertura il 7 gennaio.

Alle contestazioni dell’amministratore delegato della società Milano Serravalle, Besozzi replica che  le accuse andrebbero rivolte anche ai vertici e ai tecnici che l’hanno preceduto, dato che la vicenda è iniziata tre anni prima della sua nomina.

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