Ancora processi per i saluti romani. Sembra non importare come si sono conclusi gli ultimi, né il momento in cui sono stati effettuati. La lotta della magistratura prosegue. Sono stati rinviati a giudizio 20 esponenti di estrema destra che sette anni fa, a Milano, fecero saluti romani ed esibirono croci celtiche durante un corteo di 4 ore, e a cui parteciparono 700 persone, per commemorare lo studente Sergio Ramelli e l’avvocato Enrico Pedenovi, uccisi negli anni ’70, e Carlo Borsani militare e stretto collaboratore di Mussolini ucciso nell’aprile del 1945. Lo ha deciso il gup Anna Calabi accogliendo la richiesta di processo del pm Piero Basilone, che ha contestato ai 20 imputati l’articolo 5 della legge Scelba, che punisce le “manifestazioni fasciste”, e l’articolo 2 della legge Mancino che punisce organizzazioni, associazioni, movimenti che incitano “alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Una decisione quella del gup, che ha fissato l’inizio del processo per il 5 aprile alla prima sezione penale, che ribalta la linea di una sentenza di proscioglimento del 2015 emessa da un altro gup di Milano per un caso analogo di saluti fascisti per commemorare Ramelli, Pedenovi e Borsani.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845