Quello che c’è da sapere sulla figuraccia del Governo in Afghanistan

Attualità

Il mondo si è rovesciato? Ieri c’erano gli Usa seduti al tavolo con i Talebani, a parlare di Afghanistan. E parlavano di pace. Non c’è più religione. Forse è passato troppo tempo per restare là? Forse è una trappola? No, nulla di tutto questo. In mezzo, semplicemente, c’è stato l’Isis. L’Isis è stata la tomba di Al Qaeda. Un passo indietro.

Al Qaeda era un’organizzazione politico-religiosa. Un’istituzione ancora novecentesca, profondamente temporale, quasi etnica. Fuori gli Americani dalle terre sante dell’Islam. Fuori gli Al Saud dalla Mecca (una questione vecchia di qualche secolo, tra l’altro). Il ritorno all’Islam politico. Cose così. Poi arriva il Califfato a predicare l’Apocalisse.

Il Califfato ha due effetti pratici: ha il diritto di dire a tutte le altre realtà Jihadiste di mollare tutto ed accorrere. E di scomunicare chi non lo fa. Al Qaeda non lo fa. In Afghanistan in particolare. Se ne parla poco, ma è una spaccatura netta. E così Governo e Talebani si ritrovano, alleati improbabili, dalla stessa parte della barricata. Da lì il dialogo. E la proposta di dimezzare le forze Usa sul campo. Nulla è ancora deciso. NULLA CI RIGUARDA.

Visto che ormai le nostre forze sono là solo come consulenti e supporto. Quindi ieri sarebbe stato un ottimo giorno per stare zitti, non ostacolare le trattative e prepararsi in silenzio al futuro. Ovviamente se al governo non ci fosse uan compagine di dilettanti allo sbaraglio. Perché in quel caso avremmo annunciato di iniziare immediatamente a fare le valigie.

Cosa, in effetti, avvenuta. L’evanescente Ministro Trenta, colta da irrefrenabile spirito pacifista, ha annunciato 1. di aver dato ordini al comitato interforze (con che potere?) 2. di preparare il ritiro entro l’anno. Scusate, mi correggo: di iniziare a studiare il ritiro entro 12 mesi. Questa sciocchezza ha delle ricadute pratiche immediate: segnala ai Talebani che l’occidente ha una quinta colonna. Noi. E che, dando ragione ad ogni pregiudizio straniero nei nostri confronti degli ultimi cento anni, siamo amici del nemico e nemici dell’amico.

Questo lo nota anche Repubblica, per dovere di citazione. Inoltre prende alle spalle anche l’alleato Leghista. Il quale, come sempre, è troppo impegnato a respingere valorosamente 40 immigrati alla volta per curarsi di quello che avviene in Italia.

Il risultato è una colossale figura di palta che resterà indelebile come marchio di infamia. E le decine di morti, le centinaia di feriti, le migliaia di uomini che hanno servito con onore e altissimo senso del dovere in quel paese martoriato, davvero, non meritavano.

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