Una moda? Forse l’esibizione di un sentimento, di un profondo senso di appartenenza. A prescindere..Ma quella sciarpa che i giovani portano con disinvoltura e ricorda il quartiere d’origine, è un distintivo, un pezzo di cuore e di preferenza. E non sono solo sciarpe per così dire “nobili” del Centro, ma anche della periferia, per ribadire una volontà identitaria, un rapporto preferenziale con i luoghi, l’atmosfera di un quartiere. Con i riferimenti specifici, l’evoluzione di una vita, la memoria di una crescita. Ed è anche il desiderio che quel quartiere non venga snaturato e mantenga un’identità che il tempo non ha potuto modificare radicalmente. E, forse, è anche la volontà dei essere impegnati civilmente alla trasformazione naturale del periodo. Sciarpe da portare sempre con sé, con i simboli e i colori più significativi, per ricordare anche i luoghi dimenticati e considerati poco interessanti. Racconta Repubblica “Un po’ di Milano addosso, come si chiamano le sciarpe nate dall’idea di tre creativi, che si ispirano a quelle dei tifosi degli stadi ma che invece dei nomi delle squadre hanno quelli dei quartieri. Bianca e rossa è Sarpi, con pelle di drago e caratteri cinesi, gialla come la linea Gialla del metrò è Porta Romana. Ci sono i Navigli ma ci sono anche Lambrate e Corvetto; c’è il rapper Ernia, cantore della vita in periferia, che si fatto fotografare con quella del QT8. Quella di Nolo si è vista intorno al collo del dj Protopapa.”
Un pezzo di Milano, un pezzo d’infanzia, un pezzo di vita, oggi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano