Dopo il dilagare della pubblicità Tim, inizia un Festival di disadattati. O così sembra, soprattutto Claudio Bisio con una giacchetta improponibile, la voce che corre senza controllo, biascicando vocali. Sarà l’emozione, quella che ti rompe le gambe. Alla prima impressione la professionalità dell’anno scorso è lontana. Virginia Raffaele sembra un pè sprecata, ingabbiata tra annunci obbligati e sorrisi. Fortunatamente il tempo regala anche disinvoltura. Meritatissimi gli applausi ad un Bocelli bravo, disponibile, ospite d’eccezione. E poi una voce, autonoma, isolata, libera di attraversare un pentagramma emozionale: è Giorgia. Con quella purezza e pulizia che le sono abituali. Ospite di gran classe. Unica nota di ironia politica è affidata a Bisio che recita un monologo pieno di sussulti e risolini cercando di sdrammatizza la polemica sui migranti che ha preceduto il Festival. “Baglioni è sempre stato un sovversivo, basti pensare a ‘Passerotto non andare via’”, dice l’attore che cita i versi del brano rileggendoli in chiave completamente distorta per avvalorare la tesi di un Baglioni col chiodo fisso sul tema. Un Bisio impacciato e a momenti forzato che soprattutto non ha fatto ridere. E speriamo sia finita qui una polemica fuori luogo.
Seguono le canzoni in gara e un sintetico giudizio
- Francesco Renga “Aspetto che torni” deludente e banale
- Nino D’Angelo e Livio Cori “Un’altra luce” raffinatezza napoletana
- Nek “Mi farò trovare pronto”Nek fa il Nek nel solco del suo repertorio
- Zen Circus “L’amore è una dittatura” martellante, sincera
- Il Volo “Musica che resta” un brano che amplifica lo sfoggio di tre voci ben impostate
- Loredana Bertè “Cosa ti aspetti da me” un grido d’emozione, di rabbia, d’amore
- Daniele Silvestri “Argento vivo”. Brano ben costruito con sonorità raffinate
- Federica Carta e Shade “Senza farlo apposta” simpatici ma non lasciano il segno
- Ultimo “I tuoi particolari”incisivo, sicuro
- Paola Turci “L’ultimo ostacolo” buon testo, elegante, personale
- Motta “Dov’è l’Italia” orecchiabile, convincente, originale
- Boomdabash “Per un milione” da cantare sotto la doccia
- Patty Pravo e Briga “Un po’ come nella vita” la magia di un’arpa, la classe
- Simone Cristicchi “Abbi cura di me” Unico per quella sensibilità poetica che diventa emozione, sogno
- Achille Lauro “RollsRoyce” sfacciatamente trasgressivo
- Arisa “Mi sento bene” forzata, in un brano non particolarmente felice.
- Negrita “I ragazzi stanno bene”ribadiscono il loro far musica
- Ghemon “Rose viola” non smentisce il suo stile
- Einar “Parole nuove” il fascino di un testo e di un sentimento pulito
- Ex-Otago “Solo una canzone” romantico, avvolgente
- Anna Tatangelo “Le nostre anime di notte” sofisticato brano da risentire
- Irama “La ragazza col cuore di latta” personalità e convinzione
- Enrico Nigiotti “Nonno Hollywood” testo e musica che si impongono: introspezione e sogno
- Mahmood “Soldi” sarà anche famoso, ma…La prima classifica parziale è divisa in zone
La prima classifica parziale è divisa in zone.
Nella Zona blu che prevede i migliori, sono presenti: Loredana Bertè, Daniele Silvestri, Simone Cristicchi