Festival di Sanremo: serata con ritmo, nonostante i tempi inutili

Categoria Mancante

La serata ha un sigillo di bellezza e di bravura: “Emozioni” cantata da Baglioni e Mengoni. E’ la commozione di entrambi che traspare e la delicatezza è voluta e la magia satura le emozioni e forse la nostalgia  ricrea un pezzo di vita. Ospiti d’eccezione, naturalmente e duetti raffinati, ma è tutto un dejà vu, Mannoia compresa con l’indubbia sua intelligenza. Un discorso a parte per la sicura presenza della Huntzicher, infallibile. Una parentesi davvero divertente e l’antico affiatamento con Bisio è palese.  I due cantano ‘La lega dell’amore’ (di Elio e le Storie tese) in cui ipotizzano la creazione “di una forza partitica che rinnovi la politica grazie all’amore”, “una lega dell’amore finanziata coi baci e con i sentimenti”, che “come simbolo ha il cuore della mamma”. Divertenti, da godere. E finalmente Virginia Raffaele squaderna talento, ironia, eclettismo. Brava! La sua Carmen è buffa, come l’intelligenza sa fare. Cocciante trascina l’Ariston con l’intensità della sua “Margherita”.

Ma sì, prendiamo la vita com’è…canta Arisa in un momento che sottolinea “Sto Bene”. E Nek ribatte che è pronto all’amore e lo dice e ridice, con l’amore  “tra i denti”. Testi davvero originali che ripetono musiche o orecchiate (Nek) o difficili da rifare: non tutti hanno la voce di Arisa…Ma finalmente i due co-conduttori hanno capito che l’impegno più rappresentativo è leggere il gobbo per presentare le canzoni. E i siparietti volutamente umoristici conoscono raramente la spontaneità. Il programma ha comunque un passo meno noioso, il piglio ha equilibrio e intervalla i momenti non particolarmente felice con un piccolo gioiello, ben scritto, amaro, ma Daniele Silvestri non si discute. E neppure le ingenue promesse di un Einart e della sua faccia pulita. Il Volo ripetono un repertorio che non sorprende. Che si arrampica su tre voci, nell’assenza di una personale armonia. Loredana Bertè entra come una regina, si impone, ritorna la grande Bertè. Turci e una storia, per rifugiarsi in un mondo di riflessione.

Nella  classifica parziale Arisa, Bertè, Silvestri e Achille Lauro sono nella zona blu riservata ai migliori.

E citando Califano…tutto il resto è quasi Noia

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