Il paese, la latitudine di un luogo non contano. E neppure gli incontri, le mani tese, la volontà di scalfire la sua emarginazione sono determinanti. Ornella Occhini aveva fatto una scelta nel 2011 e mai l’avrebbe tradita. Con quel groviglio di dolore, di pensieri irrisolti, con una miseria che vestiva una vita incompiuta, aveva deciso di vivere sola, di spendere le parole necessarie per un pasto caldo alla Caritas, di riposare nella sua vecchia 600 vicino al bosco. Nessuno ha mai saputo le inquietudini, l’abbandono, la malinconia di questa donna mite, fragile, infagottata, con i capelli arruffati e bianchi a 53 anni. Una barbona perché così voleva vivere e, nonostante l’interesse della comunità, nessuno penetrava quell’insistente mutismo che difendeva la sua vita. Si commentava, si facevano illazioni: una delusione amorosa..il partner l’avrebbe lasciata.. tradita pure finanziariamente fino a restare in miseria. Una situazione insostenibile che l’avrebbe chiusa al mondo e spinta a ricreare in sé e solo in sé un’emarginata solitudine per continuare il suo percorso. Ornella è morta, sola, nella sua macchina rifugio e, secondo l’opinione degli inquirenti, è stata uccisa dal freddo. E’ tornata al Padre, secondo il lessico di una religione cattolica che aveva professato con convinzione. E là non c’è freddo e il cielo sorride. Forse rimpiangerà per un attimo il vento che faceva cantare le foglie in quel lungo andare quotidiano.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Non esistono parole
L’apatia umana e’ un crimine grande
Che tristezza ler questa donna