Dagli esecutori del piano urbanistico, nella frenesia di mettere paletti e transenne, non importa dove, non importa perché, sono stati circoscritti spazi che non sono soggetti ad alcun lavoro. Ma per Sala una città che obbliga i milanesi a slalom impossibili, che manifesta la sua voglia di fare con interruzioni, strade bloccate, saracinesche disperatamente abbassate, probabilmente è espressione di fantasia.
E siccome i controlli, la cura, il rispetto per i residenti sono “pregi” della nostra Giunta, succede che Antonietta Monzani scriva al Corriere una lettera sbigottita “Desidero segnalare un grave disagio che si sta verificando in via Ripamonti dal civico 227 e poi i seguenti: un cartello di inizio cantiere presente da quattro settimane, con tutte le transenne del caso, ma nessun operaio che lavora. Un grande disagio per la strettoia e la strada ridotta ad una corsia e tanta rabbia per chi ogni giorno va a lavorare” Per la signora Antonietta e per tutti coloro che imprecano davanti ad una presa per i fondelli così palese, mandi due operai, anche finti, se non trova lavoratori veri. Magari immigrati ben indottrinati su quanto devono far finta di fare, vestiti come si deve per l’occasione, il sorriso compiacente. Magari qualcuno pensa ad una forma di integrazione…
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano